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AGRUMICOLTURA

 
15 novembre 2010 Agrumicoltura: riunione sulla campagna 2010/2011. La lettera
13 febbraio 2010 Agrumicoltura, Catania: comunicato stampa di Fai-Flai-Uila provinciali sulla crisi nel comparto. Il comunicato.
22 giugno 2009 Lettera unitaria di richiesta incontro al Presidente della Regione Sicilia sugli ammortizzatori sociali in deroga per il comparto agrumicolo. La lettera.
Febbraio 2007  Ortofrutta: le proposte di Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uil-Uila. Il documento
12 marzo 2007 Agrumi, Attivo provinciale unitario della provincia di Catania
1 marzo 2007
Agrumi, inviata lettera all'Assessore Agricoltura e Assessore al Lavoro. La lettera con gli allegati.
23 febbraio 2007

 Lentini - Attivo Regionale FAI-FLAI-UILA sull'agrumicoltura. La lettera di convocazione. L'ordine del giorno

La Relazione di Salvatore Lo Balbo

22 febbraio 2007  Lentini, domani Attivo Regionale dei Sindacati su crisi settore dell'agrumicoltura. Il comunicato.  
16 gennaio 2007  OCM AGRUMI, riunione nazionale della FLAI CGIL a Messina.  
17 novembre 2006  CATANIA, riunione interprovinciale sull’Arancia Rossa IGP. La nota  
25 ottobre 2006   Consegnato all’Ass. Agricoltura La Via documento su “Arance Rosse”. Il Documento  
18 ottobre 2006  LENTINI, riunione dei 38 comuni che fanno parte della IGP “ARANCIA ROSSA DI SICILIA” Il comunicato  
6 ottobre 2006   ARANCIA ROSSA IGP, la FLAI CGIL della Sicilia partecipa alla riunione indetta dall’Assessore all’Agricoltura  
12 febbraio 2002  Documento regionale sull'Agrumicoltura  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SEGRETERIE REGIONALI SICILIA

  DOCUMENTO REGIONALE SULL’AGRUMICOLTURA

 

L’attuale fase della filiera agrumicola è caratterizzata da segnali contradditori che danno alla filiera un senso di forte precarietà ma anche di chiara indicazione di prospettive.

La filiera:

1)      VIVAISMO, vede una presenza dinamica, ma artigianale, e scarsamente collegata alla ricerca scientifica e alla innovazione di prodotto; le province di Messina, Catania e Trapani sono impegnate in questo segmento produttivo che ha visto modificare il suo naturale sbocco di sola produzione di piantine per la produzione anche in produzione di piantine ornamentali. Il settore ha tratto notevole giovamento da questa diversificazione produttiva ed ha inoltre allargato la gamma di prodotti da inserire nel mercato.

 

2)      PRODUZIONE A PIENO CAMPO, qui si manifestano le maggiori contraddizioni sia di natura territoriale sia di natura colturale e varietale. In particolare: LIMONI, scarsamente apprezzati nella provincia di Palermo dove vengono prevalentemente finalizzati alla trasformazione industriale a causa dei mancati investimenti sulle varietà e sulla carenza di coltivazione. Nelle province di Siracusa, Messina e Ragusa invece assistiamo alla presenza di cultivar apprezzati dai mercati e a processi di coltivazione utili a produrre per lo stato fresco.Poco sviluppata è la coltivazione biologica o con tecniche miste. Anche in altri territori della regione sono coltivati senza però che essi incidano sul contesto regionale; ARANCE, presenti prevalentemente nelle province di Catania e Siracusa. Possiamo dire che ci sono le arance per i mercati e quelli per l’ex AIMA, quelle per lo stato fresco e quelli per la trasformazione industriale. La differenza viene determinata dalle fasi colturali, dagli investimenti, dalla capacità imprenditoriale e dalla capacità di innovazione di prodotto e di processo.Altri fatti stagionali sono complementari a tutto ciò e solo con una sinergia tra il “prodotto fresco e il prodotto trasformato” si può trovare il giusto equilibrio tra due diverse pratiche gestionali e di mercato.Alle due province citate vanno aggiunte la provincia di Agrigento e quella di Ragusa con caratteristiche abbastanza simili. Novità importante è rappresentata dalla produzione biologica e integrata, unico elemento di innovazione che trova abbondanti apprezzamenti dal mercato. MANDERINI, presenti quasi eslusivamente nella provincia di Palermo. Da qualche anno non soffre più di crisi si mercato e anzi, grazie alle trasformazioni varietali e al positivo rapporto con la trasformazione industriale, è sempre più un prodotto che riceve il consenso del mercato.

 

3)      COMMERCIALIZZAZIONE, siamo ancora in una fase di ristrutturazione del settore. Oggi si punta ad avere strutture commerciali polivalenti, in grado di utilizzare pienamente gli impianti e le professionalità integrando la commercializzazione stagionale degli agrumi con altri prodotti ortofrutticoli. Catania e Siracusa si confermano le province dove maggiore è la presenza di queste aziende, seguite da Palermo, Ragusa e Messina, scarsa la presenza in altre province.La forte competizione quantitativa e puramente economica, l’anonimato del prodotto, l’assenza di certificazioni produttive, la poco diffusa terziarizzazione, le scarse sinergie a monte e a valle determinano uno stato di isolamento del segmento che incide fortemente sullo stato di salute del settore. Malgrado gli ingenti incentivi pubblici la competitività è molto scarsa e si continuano a perdere fette di mercato subito occupati da altri imprenditori europei. In queste ultimo periodo assistiamo ad un riemergere dell’impresa commerciale e registriamo la fase calante dell’associazionismo. Per questi motivi riteniamo utile una migliore definizione dello status delle aziende e una più marcata presenza delle loro Associazioni di Categoria sia singole che associate.

 

4)      TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE, la novità è rappresentata dalla presenza nella nostra regione della PARMALAT, che attraverso la EMMEGI di Termini Imprese, valorizza con il consenso del mercato le arance rosse della piana di Catania. In questo modo le arance escono dall’anonimato e acquisiscono un notevole valore aggiunto che ha determinato, dopo anni di contraddizioni,  un netto intervento finanziario della Parmalat per incrementare l’utilizzo degli impianti e per diversificare i prodotti. Altre aziende presenti nel settore occupano altri segmenti di mercato, come le spremute fresche, i derivati agrumicoli, le essenze.

 

Lo Stato Italiano, dopo un lunghissimo iter, e con il consenso della Comunità Europea, nel 1999 vara il PIANO AGRUMI individuando le direttive entro le quali intervenire per un deciso e definitivo decollo della filiera. Vengono individuate le direttive e si determinano le risorse. A distanza di tre anni non una linea viene spesa, mentre le somme destinate agli interventi per calmierare i mercati (ritiri di  prodotto) continuano a trovare veloce realizzazione.

Le Segreterie Regionali di FAI-CISL, FLAI-CGIL e UILA-UIL ritengono, pertanto, indispensabile insediare un tavolo tripartito (Assessorato Agricoltura, Sindacati dei Lavoratori e dei Datori di Lavoro) che abbia il compito di fare un monitoraggio attento e puntuale dello stato di applicazione del PIANO e ne determini  gli indirizzi e gli atti indispensabili alla applicazione.

Inoltre, viste le particolari avversità atmosferiche di quest’anno si ritiene utile utilizzare risorse non spese giacenti nel bilancio dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura di dover avviare una fase si potatura straordinaria in tutto il territorio regionale. Questa fase di potatura straordinaria dovrebbe essere finanziata attraverso il finanziamento dei lavori a quelle aziende che riassumono i lavoratori occupati l’anno precedente nella stessa fase colturale o attraverso la stipula di accordi sindacali applicativi del CCNL della L.N. 608\96. Il collaudo dei lavori deve avvenire da parte degli Ispettorati Provinciali per l’Agricoltura dove vanno depositati gli accordi sindacali di cui sopra, e anche i documenti INPS rappresentano atto liberatorio per la erogazione dei finanziamenti.

 

Palermo, 12-02-2002

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