Lo Balbo (Flai Cgil): ''Tutti vedono, nessuno rompe l'omertà''


 

Agenzia www.redattoresociale.it

 

Lo Balbo (Flai Cgil): ''Tutti vedono, nessuno rompe l'omertà''

 

 

In quattro anni mai una sola denuncia per riduzione in schiavitù. Nel 2006 solo 600 ispezioni su 35 mila aziende agricole. E per il 2007 assegnati alla regione solo 3.500 stagionali stranieri

 

ROMA - Niente di segreto. Gli enti locali, le Prefetture, i sindacati, Confagricoltura, Coldiretti, la stampa, tutti conoscono la realtà della riduzione in schiavitù nei campi siciliani. Eppure niente si muove. “Essendo irregolari non possiamo dargli una mano”, dice il presidente della circoscrizione di Cassibile, che però annuncia: “Stiamo preparando un’operazione congiunta con le forze dell’ordine, gli irregolari stanno occupando tutti i casolari in campagna per trovare un posto dove rifugiarsi, i residenti si lamentano”. Nessuna operazione in vista, invece, contro chi lucra sullo sfruttamento. “In quattro anni in Sicilia non c’è stata una sola denuncia per riduzione in schiavitù, articolo 600 del codice penale”, denuncia Lo Balbo. Nel 2006 l’Inps ha effettuato 1.881 ispezioni in Sicilia, di cui 1.289 solo a Messina e in settori non legati all’agricoltura. Tirando le cifre fanno 600 controlli all’anno per 35.000 aziende agricole e almeno 50.000 lavoratori. “Evidentemente conviene così – taglia corto Di Stefano. - Non è difficile risalire a chi sfrutta questi lavoratori. Basta scendere in piazza ogni mattina e seguire le auto dei caporali. Avviene tutto alla luce del giorno”. Intanto, in vista della stagione 2007, il Governo ha assegnato alla Sicilia una quota di soli 3.500 lavoratori stagionali non comunitari: “un invito ai padroni a continuare con lo sfruttamento e i comportamenti illeciti”, secondo Lo Balbo.

 

“E’ una vergogna! – continua il sindacalista – Lo scorso anno tutti gli occhi erano puntati su Cassibile, sembrava un reality show. I protagonisti che sudano e vengono sfruttati, ed è tutto vero. Alla fine però non una persona è stata arrestata”. In compenso l’amministrazione di Siracusa ha provveduto a pagare le spese di viaggio dei lavoratori a fine stagione. “Con quei soldi – continua Lo Balbo – se ne sono andati nelle Puglie a raccogliere i pomodori, nelle stesse condizioni di sfruttamento”.

 

Rispetto agli anni passati qualche passo avanti è stato fatto, anche se la situazione rimane drammatica. A Cassibile per esempio la Guardia Medica ha esteso il servizio di 20 ore settimanali, rimanendo aperta fino alle 22:00 e permettendo così anche ai braccianti stagionali di farsi visitare dopo il lavoro nei campi, dove ci si fa male e ci si ammala. “Le patologie riscontrate sono quelle della povertà – sostiene Andrea Accardi (Msf) –. Arrivano sani in Italia, ma in queste condizioni, si ammalano nel giro di sei mesi”. Sono soprattutto malattie dermatologiche (23,6%), parassiti intestinali e malattie del cavo orale (15,5% ciascuna) e malattie respiratorie (14,3%) correlabili alle precarie condizioni di vita.

 

Intanto a Siracusa, i sindacati hanno firmato un protocollo con le organizzazioni dei datori di lavoro, il prefetto e la provincia, con l’obiettivo di risolvere il problema casa e definire una volta per tutte le quote reali di stagionali da inserire nei decreti flussi annuali. Ma tutto sembra far credere che il reality showcontinuerà anche quest’anno. “In Sicilia ormai è un fenomeno accettato. Serve maggiore attenzione. – conclude Lo Balbo – E serve al più presto la riforma della legge sull’immigrazione, unitamente a una nuova prassi che dovrebbe prevedere il rilascio di un permesso di soggiorno a tutti i lavoratori che denuncino i loro sfruttatori, come avviene oggi per le vittime dello sfruttamento della prostituzione”. (Gabriele Del Grande)

Roma 28 aprile 2007