Poeta delle ceneri


 



Come sono diventato marxista?  
Ebbene… andavo tra fiorellini candidi e azzurrini di primavera,  
quelli che nascono subito dopo le primule,  
– e poco prima che le acacie si carichino di fiori,  
odorosi come carne umana, che si decompone al calore sublime  
della più bella stagione –  
e scrivevo sulle rive di piccoli stagni  
che laggiù, nel paese di mia madre, con uno di quei nomi  
intraducibili si dicono “fonde”,  
coi ragazzi figli dei contadini  
che facevano il loro bagno innocente  
(perché erano impassibili di fronte alla loro vita  
mentre io li credevo consapevoli di ciò che erano)  
scrivevo le poesie dell'”Usignolo della Chiesa Cattolica”;  
questo avveniva nel '43:  
nel '45 “fu tutt'un'altra cosa”.  
Quei figli di contadini, divenuto un poco più grandi,  
si erano messi un giorno un fazzoletto rosso al collo  
ed erano marciati  
verso il centro mandamentale, con le sue porte  
e i suoi palazzetti veneziani.  
Fu così che io seppi ch'erano braccianti,  
e che dunque c'erano i padroni.  
Fui dalla parte dei braccianti, e lessi Marx.  
[…]

Pier Paolo Pisolini

( http://www.pasolini.net/ideologia01.htm )