Il Manifesto


 

 

 

7 ottobre 2011


CONTRO I CAPORALI
La Flai nei campi per sindacalizzare i raccoglitori


di Dino Collazzo

La Flai Cgil diventa Çsindacato di stradaÈ. Uno slogan per richiamare l'attenzione sul luogo dove vengono reclutati i lavoratori dell'agricoltura e per combattere il nero e il caporalato. ÇDa Cassibile a possibileÈ:  il titolo della campagna promossa dall'organizzazione dell'agroindustria che in una tre giorni nelle localitˆ della raccolta stagionale ha descritto la situazione dei braccianti (spesso immigrati) siciliani.

L'iniziativa promossa dalla Flai consiste nel far sentire una presenza costante del sindacato attraverso la sensibilizzazione e l'incontro con i lavoratori che sin dalle prime ore del mattino si riuniscono lungo le strade o nei campi, dove vengono scelti per svolgere le attivitˆ di raccolta. Nelle terre siciliane, infatti, come in molte parti del meridione (la campagna  stata giˆ lanciata anche in Puglia e la Campania) migliaia di persone vivono condizioni di lavoro segnate dal mancato rispetto dei diritti contrattuali. Lavorano pi di 12 ore al giorno, percepiscono paghe basse (circa 30 euro al giorno) e, cosa peggiore, per ottenere l'impiego sono costretti ad affidarsi ai caporali che facendo da intermediari determinano l'abbassamento fino al 40% del salario contrattuale. Spesso questi braccianti vengono picchiati, e non percepiscono la paga se ad esempio il caporale scopre che hanno parlato con i giornalisti, o se hanno preteso garanzie e uno stipendio. ÇIl caporalato  un illecito - spiega Stefania Crogi, segretaria della Flai - ed  soprattutto grazie alla nostra battaglia se nella manovra  stato previsto come reatoÈ.

Dal Meridione vengono i migliori prodotti dell'agricoltura di eccellenza, che attraverso la filiera finiscono sulle tavole degli italiani. Ed  dal Sud che la Flai Cgil ha scelto di partire per mettere in luce una realtˆ molto spesso trascurata. é infatti in questi luoghi che si concentrano, tra marzo e giugno (periodi di raccolta), migliaia di immigrati, sui quali  pi facile fare pressione e che al tempo stesso rappresentano l'anello pi debole del sisteme dei diritti. Çé la loro condizione di sfruttati che va ribaltata attraverso la possibilitˆ di ottenere un permesso di soggiorno se denunciano chi approfitta del loro status di irregolari - continua Crogi - Noi avevamo chiesto anche delle sanzioni per quegli imprenditori che utilizzano lavoro nero. Sarˆ questa la nostra prossima battagliaÈ.

Per fare questo, per˜, occorre ripensare le vie di accesso al lavoro. Una delle proposte, accolta dalla giunta pugliese,  quella di istituire liste di prenotazione in cui i lavoratori possano iscriversi; si chiedono poi incentivi per gli imprenditori che pescheranno da questi elenchi. ÇPer fare questo per˜ - dice ancora Crogi - occorre abolire la legge Bossi-Fini che per noi  una delle cause del lavoro nero per gli immigrati. Occore garantire a chi emigra un permesso temporaneo che permetta almeno di poter cercare un lavoroÈ.

La manifestazione, che si  svolta in Sicilia,  stata anche l'occasione per ricordare i molti lavoratori che esasperati dalle loro condizioni hanno scelto di togliersi la vita. é il caso di Georg Samir, bracciante albanese di 33 anni, che lo scorso 16 marzo si  dato fuoco sulla piazza di Vittoria, morto dopo 10 giorni di agonia. Sposato e con una figlia, soffriva di depressione da tempo a causa della perdita del lavoro. Anche se non risultava assunto in nessuna azienda agricola del paese  presumibile che lui, come molti cittadini stranieri, fosse vittima di quel sistema che detta umilianti condizioni di lavoro.