PREMESSA


 


IPOTESI DI PIATTAFORMA PER IL

RINNOVO DEL CCNL DEI LAVORATORI DIPENDENTI

DA COOPERATIVE E CONSORZI AGRICOLI

PREMESSA

La progressiva liberalizzazione dei mercati a livello europeo (con la riforma della PAC) e mondiale (con i negoziati WTO) evidenziano due esigenze per il sistema agro-alimentare italiano ai fini della sua competitività, e cioè:

-         una nuova e più efficiente organizzazione di filiera per il contenimento dei costi e per una diversa e più equa ridistribuzione del valore;

-         l’opzione qualità come scelta competitiva strategica, intendendo per “qualità” sia i requisiti di sicurezza, innovazione di prodotto e di processo, lavoro qualificato e professionalizzato, completezza di informazioni (tracciabilità e rintracciabilità), ma anche e soprattutto quei caratteri che sono tipici del nostro Paese perché legati al territorio, quali il clima, le culture, i saperi, i sapori, le tradizioni, il paesaggio, e che perciò possono rappresentare un vero e proprio vantaggio competitivo. Per queste considerazioni si può parlare di “qualità allargata”.

Queste due scelte comportano un forte rilancio della programmazione negoziata, al centro e in periferia, per promuovere nuovi investimenti produttivi e infrastrutturali, la ricerca e l’innovazione, e per immettere nel circuito dello sviluppo e del mercato tutte le risorse e le vocazioni naturali del territorio, utilizzando a tale scopo anche le risorse finanziarie previste dalla seconda “gamba” della Pac, cioè quella dello sviluppo rurale.

Movimento cooperativo e movimento sindacale hanno in questo quadro una grande funzione da svolgere in comune: costruire l’alleanza tra produzione e lavoro su contenuti coerenti con le due scelte innanzi richiamate per rivendicare e/o concordare con le pubbliche Istituzioni interventi mirati all’efficienza di filiera e alla “qualità allargata” delle produzioni.

Tutto ciò richiede un forte rilancio delle relazioni sindacali a tutti i livelli.

Paradossalmente, proprio nel momento in cui le vicende del settore agro-alimentare (crac Cirio e Parmalat) reclamavano un più stretto rapporto cooperazione-sindacato, il sistema delle relazioni non è riuscito a svolgere il compito da noi più volte auspicato.

E ciò probabilmente perché ha avuto il sopravvento una concezione riduttiva dell’importanza del rapporto con il sindacato, limitata alla fase del rinnovo dei contratti considerati a loro volta come mezzi a sé stanti rispetto alle politiche generali.

Ora occorre rapidamente risalire la china affermando la cultura e la pratica del dialogo e della concertazione con il sindacato sulle politiche economiche e sulle strategie di impresa come un valore aggiunto necessario nel processo di trasformazione e qualificazione del sistema agro-alimentare.

Il movimento cooperativo rappresenta l’organizzazione economica e sociale strutturalmente più idonea e meglio vocata a ridare competitività al settore e può perciò autorevolmente candidarsi al ruolo, da una parte di salvaguardia dei “pezzi” più importanti dell’industria alimentare italiana, dall’altro di guida nei processi di cambiamento.

A questo fine un diverso rapporto con il sindacato, basato sull’autonomia dei ruoli reciproci, ma proteso a perseguire obiettivi comuni e concordati di sviluppo qualificato  può rappresentare il propellente che accelera e consolida i processi di innovazione.

In questo quadro i contratti collettivi vanno considerati come strumenti che, nel regolare gli aspetti della prestazione di lavoro, adottano soluzioni coerenti con le strategie generali. Di conseguenza non più contratti “fotocopia” di soluzioni già convenute con altri, ma contratti “autonomi” che certificano e valorizzano la particolarità del lavoro nell’impresa e nel mondo della cooperazione e che perciò adottano soluzioni proprie rapportate alle specificità esistenti.

Le proposte della piattaforma sono avanzate nel quadro di questi valori e di questi obiettivi. Esse sono perciò finalizzate ad avviare un processo di unificazione e ricomposizione del lavoro nel sistema agro-alimentare, a strutturare in modo più efficace le relazioni tra le Parti, a favorire un confronto sulle flessibilità che si coniughi con i diritti, a promuovere la partecipazione consapevole del lavoro allo sviluppo dell’impresa e, per la parte economica, al recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni.

 

SISTEMA DELLE RELAZIONI

Il sistema delle relazioni, oggi differenziato per settore industriale ed agricolo, va unificato e riorganizzato secondo le seguenti linee principali;

-         relativamente alle strategie economiche e d’impresa, in confronti appositi a livello nazionale, regionale e d’azienda e/o consorzio;

-         relativamente agli strumenti bilaterali, in Osservatorio Nazionale e Regionale agro-alimentari.

Si sottolinea, inoltre, l’opportunità di una consultazione permanente a livello nazionale sulle politiche agro-alimentari che potrebbe trovare attuazione, ad esempio, in una “conferenza annuale per lo sviluppo” in cui coinvolgere i quadri sindacali e del movimento cooperativo.

 

UNIFICAZIONE CONTRATTUALE

Si propone di concordare tempi e modalità con cui addivenire, con le necessarie gradualità, all’unificazione dei due contratti, industriale e agricolo, per promuovere la ricomposizione del lavoro eliminando così utilizzi impropri e talvolta speculativi dell’applicazione contrattuale, ma tenendo in considerazione più adeguata anche le esigenze di competitività.

La stipula, in tempi da concordare di un unico CCNL agro-alimentare è considerato come strumento fondamentale di affermazione dell’autonomia contrattuale nel settore cooperativo.

 

ASSETTI CONTRATTUALI

Nelle imprese cooperative che applicano il vigente CCNL non ha ancora avuto sufficiente applicazione il sistema premiante per obiettivi.

Al fine di incentivarne la diffusione si richiede di prevedere nel CCNL un importo da erogare comunque ai lavoratori nel caso di mancata istituzione del sistema premiante, nonostante una corretta attivazione del percorso contrattuale, con modalità e tempi definiti.

 

PROFESSIONALITA’ E FORMAZIONE

L’inquadramento differenziato tra operai e impiegati rappresenta un anacronistico retaggio della vecchia contrattazione collettiva dell’agricoltura tradizionale.

Se ne propone, pertanto, il superamento adottando un unico sistema classificatorio basato su nuovi livelli, con una nuova definizione delle declaratorie e dei profili professionali. In tale quadro va superata la vigente “norma transitoria” relativa al qualificato super.

Si chiede un tavolo di confronto al fine di verificare la concreta possibilità di usufruire di risorse per la formazione professionale del settore.

RETRIBUZIONE

Gli incrementi economici da concordare nel rinnovo, finalizzati alla salvaguardia delle retribuzioni, devono tener conto della pesante perdita di potere di acquisto accusata negli ultimi anni anche, a causa della speculazione sui prezzi dei beni di più largo consumo.

Di conseguenza si richiede un aumento mensile di euro 70,00, da applicare sul salario dell’operaio qualificato super e da riparametrare per gli altri livelli di inquadramento.

Si richiede inoltre un’adeguata rivalutazione della retribuzione prevista per la “manodopera non professionalizzata”, per la quale non sono stati applicati adeguamenti nei precedenti rinnovi.

Si evidenzia, infine, come l’esperienza lavorativa in azienda sia uno dei fattori professionalizzanti, a tal fine si ritiene opportuno demandare alla contrattazione di secondo livello la possibilità di istituire e regolamentare un riconoscimento che premi l’esperienza lavorativa acquisita dagli OTD.

Si chiede di riadeguare l’indennità di funzione per i quadri e l’indennità di cassa.

 

OMOGENEIZZAZIONI

Il vigente CCNL registra ancora una eccessiva presenza di regolamentazioni differenziate per gli stessi istituti tra operai agricoli e florovivaisti e tra questi ultimi e gli impiegati. In un’ottica di ricomposizione del lavoro dipendente e di unificazione della disciplina contrattuale, è opportuno avviare un’opera di omogeneizzazione evitando appesantimenti di costo per le imprese.

 

ADEGUAMENTI

In sede di trattativa si prospetteranno gli adeguamenti dell’attuale testo contrattuale derivanti da norme di legge nel frattempo intervenute.

Si richiede inoltre di esplicitare dei chiarimenti su alcune norme che possono generare incertezze interpretative.

Al fine di rendere concretamente esigibile l’opportunità di aderire al fondo di previdenza complementare si chiede di sostituire al comma 7 dell’art. 6 la parola “102 gg.” con la parola “104 gg”, e l’adeguamento della casistica sull’anticipazione del TFR per congedi parentali.

 

SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO

Occorre istituire un tavolo di verifica su andamento e difficoltà applicative del decreto legislativo del 19 settembre 1994 n° 626 e successive modificazioni.

Si propone inoltre che all’alleg. 10 art. 1 secondo comma, venga eliminato “ e autonomia amministrativa”.

Chiediamo la trascrizione integrale del testo D.L. 626/94.

 

 

MALATTIA E INFORTUNIO

Si richiede di istituire un tavolo di verifica su diffusione, andamento e difficoltà di funzionamento delle casse extra legem.

Si chiede di uniformare il trattamento di malattia e infortunio, già previsto  per gli operai florovivaisti, anche agli operai agricoli.

 

LAVORATORI  EXTRACOMUNITARI

In considerazione della presenza nel settore di lavoratori immigrati, appartenenti a diverse etnie, è necessario che in sede di contrattazione di II livello siano previste:

- modalità di gestione di orario annuo, ferie, permessi, riduzioni d’orario e successivi recuperi, che possano agevolare la ricongiunzione familiare;

-         diritti d’informazione in più lingue;

-         flussi, formazione, osservatori in rapporto con gli enti locali.

 

APPALTI DECENTRAMENTO PRODUTTIVO E TERZIARIZZAZIONI

Si chiede l’introduzione di un articolato contrattuale.