SALONE
CENTRO PAOLO BORSELLINO
PALERMO
CONVEGNO
16 MAGGIO 2002
“
QUALE RUOLO DEI CONSORZI DI
BONIFICA
NELLA GESTIONE DELLE
ACQUE
PER USO IRRIGUO “
relazione di
FRANCO
GIOIA Segretario Regionale Flai Sicilia
RELAZIONE
E’ sancito, dal manifesto dell’Acqua (del Comitato
Internazionale per il Contratto Mondiale sull’Acqua) che l’acqua “Fonte di
vita” è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della terra. A
nessuno, individualmente o come gruppo, è concesso il diritto di appropriarsene
a titolo di proprietà privata. L’acqua appartiene più all’economia dei
beni comuni e della distribuzione della ricchezza che all’economia privata
dell’accumulazione individuale, essa è un un diritto invalicabile individuale
e collettivo. L’acqua, come l’aria, è patrimonio dell’umanità. La salute
individuale è collettiva dipende da essa. L’Agricoltura, l’industria, la
vita domestica sono profondamente legate ad essa. Non ci può essere, produzione
di ricchezza senza accesso all’acqua. E’ compito della società organizzata
(Stato), garantire il diritto di accesso, secondo il principio di
corresponsabilità e sussidiarità, senza discriminazione di razza, sesso,
religione, reddito o classe sociale.
Abbiamo voluto iniziare questa nostra riflessione, riferendoci a valori
fondamentali a cui una società civile deve
necessariamente essere ancorata.
Non si può,
d’altra parte, non riconoscere che una delle cause fondamentali della siccità
sia imputabile al cambiamento sempre più sensibile delle stagioni e delle
condizioni meteorologiche.
Tuttavia penso che l’attuale situazione sia dipendente dal tipo di
sviluppo distorto che nel tempo e stato determinato dall’uomo, vedi effetto
serra di cui la scienza da tempo denuncia
le conseguenze negative per il Pianeta Terra, ma la politica non sembra prendere
seriamente coscienza del problema. Ma la mancanza dell’acqua
è altresì imputabile alla sua cattiva ed inadeguata raccolta,
distribuzione e consumo. Si pensi che in Sicilia mediamente cadono in un anno
18,5 MLD di mc di acqua, di cui circa il 50% viene restituito all’atmosfera
sottoforma di vapore acqueo e del resto che
finisce nel terreno circa 4,6 MLD di mc confluiscono nei corsi d’acqua di
superficie, 1,7 MLD di mc si infiltrano nel sottosuolo e alimentano le falde
idriche, le sorgenti, i pozzi, gli
invasi e bacini. Si calcola che per gli usi civili e domestici ne vengono
utilizzati 465 ML di mc, per l’agricoltura 1,3 ML di mc, per l’industria 400
Ml di mc, pertanto l’acqua che occorre in Sicilia è di 2,165 MLD di mc
l’anno.
Nella nostra Regione ormai è continua emergenza, se ne parla tanto, si
realizza poco. Bisogna passare dalle enunciazioni alla realizzazione dei
progetti peraltro già finanziati, l’emergenza si affronta completando le
diverse opere incompiute.
Per l’Ancipa si attende l’esito dell’indagine scientifica sulla
Diga, commissionata allo studio Lombardi allo scopo di sfruttare questo parere
per essere autorizzati dal servizio nazionale Dighe ad aumentare il limite
dell’invaso, mentre è indispensabile iniziare i lavori di ristrutturazione.
Và
realizzata l’interconnessione con la Diga Pozzillo (effettuando lavori di
ristrutturazione e ripristino dell’apposita Galleria) in modo da poter fornire
l’eccedenza di acqua alle campagne del catanese.
Và
effettuata la riparazione della condotta Garcia – Poma e delle pompe di
sollevamento per fornire acqua sia potabile per Palermo che irrigua per il
Consorzio Jato. Vanno effettuati i lavori di disinterramento delle dighe
(Comunelli
Consorzio 5 Gela) a tal proposito pensiamo che potrebbero essere gli stessi
Consorzi ad effettuare tali lavori con apposite Draghe. Vanno completati i
lavori sul 5° modulo del Dissalatore di Gela che potrebbe fornire 500 litri al
secondo potabili, in modo da liberare altri quantitativi di acqua per
l’irriguo.
Và realizzata la condotta di collegamento con il potabilizzatore di
Risalaimi, si potrebbe in questo
modo avere per Palermo 15 ML di mc di acqua, provenienti dalla diga Rosamarina.
Vanno ripresi
i lavori di completamento della diga Blufi.
Alla Regione ed in particolare al Presidente On Cuffaro nella qualità di
Commissario alle Acque chiediamo la rimozione del vincolo archeologico sulla
diga Pietrarossa sita nel Calatino i cui comuni
interessati sono: Mineo, Ramacca, Palagonia, Scordia, Militello, Grammichele,
Caltagirone. Il cui territorio fortemente
produttore di agrumi è interamente colpito dal fenomeno della siccità.
Chiediamo
pertanto che vengano ripresi i lavori di ultimazione della diga, e che le
relative opere siano inserite tra le
priorità della A.P.Q.
A tal propositi sollecitiamo una conferenza dei servizi , tra le
Istituzioni interessate e le organizzazioni di categoria, intanto per dare una
risposta alla emergenza siccità della piana di Catania si potrebbero travasare
3 ML di mc di acqua dalla Nicoletti all’Ogliastro attraverso il Fiume Dittaino,
altra acqua
si può pompare dal lago Lentini e immetterla nella condotta di distribuzione
che interessa la Piana di Catania, indispensabile diventa
il Coordinamento tra i Consorzi interessati (Catania Caltagirone e
Siracusa).
Nell’Agrigentino si dispone complessivamente di (SETTE) invasi
( Lauria di Campobello, Gibesi
di Ravanusa, Furore, San Benedetto
d’Aragona, ) che non invasano, mentre la diga Castello di Bivona, la San
Giovanni di Naro ed il Lago Arancio
sono al 50% in meno di acqua
rispetto al 2001, oltre al completamento di tutte le opere incompiute va
realizzata la interconnessione degli invasi sia dentro la provincia che fuori (Garcia,
Castello, Lago Arancio). Provvedere in oltre al sollevamento dal Sosio Verdura
al laghetto di Montallegro.
In definitiva si tratta di dare applicazione all’accordo di
programma quadro e di realizzare le opere
per l’emergenza idrica, per le quali vi sono già disponibili 582.000 € (
oltre mille ML).
Inoltre non comprendiamo per quale motivo non si utilizzano le acque
reflue depurate per le campagne siciliane. E’ di queste ultime settimane la
ipotesi, del Presidente della Regione On. Cuffaro, di realizzare dei
nuovi dissalatori, noi non siamo pregiudizialmente contrari a questa idea.
Facciamo
sommessamente notare che intanto realizzando le infrastrutture di cui alla
A.P.Q. avremmo certamente risolto il problema dell’emergenza.
Aggiungiamo che non sarebbe sbagliata l’idea di installare micro
dissalatori o dolcificatori per rendere utilizzabili le acque salmastre di
alcuni pozzi, i cui costi sarebbero sicuramente bassi e si potrebbe alleviare lo
stato di calamità che ha colpito le nostre campagne e le aziende zootecniche
(particolarmente interessate nel Nisseno, Ennese Ragusano ecc. ecc..
E tuttavia in questo contesto
definito, da troppi anni ormai
dell’emergenza idrica che assistiamo ad esternazioni varie; non ci
risulta per niente vero che dalla diga Ancipa venga riversata a mare acqua in più,
perché l’acqua invasata oltre il limite stabilito dal servizio nazionale
dighe (era di 9 Ml mc ed è stato elevato dal Presidente Cuffaro a 13 ML mc)
andrebbe comunque riversata nella diga sottostante Pozzillo. Allo stato delle
cose e difficilmente ipotizzabile che ciò possa avvenire in quanto dagli ultimi
rilievi effettuati, grazie alle piogge dei giorni scorsi, siamo a circa 10 ML di
mc invasati, utilizzabili solo per usi potabili.
Esternazioni poco comprensibili arrivano anche da qualche associazione
professionale, quando leggiamo che nella Piana di Catania, al consorzio n° 9 si
applicano differenti tariffe contributive tra l’altro in mancanza di acqua.
A noi risulta che ad oggi il consorzio 9 ha distribuito nonostante la
crisi 45 ML di mc a costi bassi, 290.000 per HA di agrumeto, mentre i privati
arrivano a farsi pagare fino a 500.000 per HA.
Ci appare
altresì forviante ogni polemica circa la presenza più o meno consistente del
personale dipendente dai Consorzi.
A tal
proposito ci pare giunto il momento di aprire un confronto con il Governo della
Regione e per esso l’Assessore all’Agricoltura On. Castiglione, che
ringraziamo per la presenza a questo nostro convegno, ma anche con le
associazioni CIA, COLDIRETTI e CONFAGRICOLTURA e lo stesso ASCEBEM, sulle
prospettive e ruolo dei Consorzi di bonifica in Sicilia. (questo si prefigge
l’odierna iniziativa).
Tutti noi
sappiamo bene come veniva reclutato il personale nel passato e a quali
condizionamenti dovevano sottostare i lavoratori stagionali
per poter essere riassunti.
Una prima risposta in termini di stabilità occupazionali, la diede
la 45/95.
Oggi siamo in
presenza dei POV che per noi vanno applicati.
Essi sono stati voluti perché
rispondessero al meglio alle esigenze dei Consorzi sia dal punto di vista
organizzativo che dei servizi. I fabbisogni occupazionali sono stabiliti dai POV
e le relative assunzioni devono essere modulati in base alla
capacità di fornire servizi validi all’utenza agricola di ogni
comprensorio.
Aggiungiamo che la Regione ha recepito nell’estate del 2000 la 608 con
la quale si stabilisce che le aziende e pertanto anche i Consorzi possono
assumere solo per chiamata diretta.
In merito alle assunzioni di fine anno ribadiamo la nostra posizione che
è stata di netta contrarietà al modo in cui alcune amministrazioni si sono
comportati, nei mesi scorsi abbiamo avuto modo di far conoscere non solo il
parere della CGIL ma della Federazione Unitaria
FAI-CISL,
FLAI-CGIL
e FILBI-UIL, con cui abbiamo criticato le
modalità di selezione dei lavoratori.
Rimane certamente deprecabile il fatto che amministratori e funzionari si
assumano parenti e amici, queste sono azioni che vanno criticate e combattute
sul piano morale e politico. Certo è per noi sbagliato fare
ricorso a
queste argomentazioni per screditare la presenza e la funzione dei Consorzi.
Oggi noi non siamo in grado di valutare se le
attuali amministrazioni subiscano ingerenze mafiose, certo è che nel
passato i vecchi amministratori
qualche cosa del genere l’hanno conosciuta, e per questo che
noi rimaniamo contrari a che i Consorzi gestiscano appalti di grandi
opere con finanziamenti pubblici e
bene che di queste cose se ne occupi la Regione.
E’ la consapevolezza che ancora noi abbiamo circa la validità della
presenza nella nostra regione, dei Consorzi di Bonifica che ci spinge ad
interrogarci sulle prospettive e ruolo che essi possono assolvere
nell’interesse del sistema agroindustriale siciliano, nel quadro di relazioni
strette tra Ambiente, Agricoltura e Alimentazione.
Il sindacato giudicò positivamente la Legge Regionale 45/95, da allora
sono trascorsi 7 anni e assistiamo ancora alla mancata sua piena applicazione.
I Consorzi
vengono ancora amministrati in forma Commissariale da funzionari della Regione,
della cui gestione diamo un giudizio certamente non edificante, se è vero che
siamo in presenza di una diffusa vertenzialità in quasi tutti i Consorzi (caso
emblematico è Palermo) dove difficoltà incomprensibili a volte vengono create
dalle Amministrazioni nei percorsi di riqualificazione del personale e negli
inquadramenti.
Spesso si disconoscono leggi, circolari e Contratti, del personale assunto
con l’art 3 della 76, se ne fa un uso clientelare, spesso lo si mette in
contrasto con i lavoratori stagionali della 45. Tutto questo non è
più tollerabile, bisogna rispettare quanto previsto dai POV per andare
con la gradualità necessaria alla stabilizzazione del personale ancora
precario.
Occorre
mettere mano alla 45 rimovendo l’art 32 che mentre era opportuno allora per
frenare la pratica delle assunzioni discrezionali,
diventa oggi
un ostacolo visto la dotazione dei POV negli 11 Consorzi esistenti. Così come
bisogna superare la logica delle perizie relativamente alle assunzioni del
personale stagionale. Fin dal 1995 il sindacato si batte perché la 45 sia
applicata integralmente, ciò non è stato possibile per scelta praticata dai
vari Governi della Regione che si sono susseguiti nel tempo e dalla stessa ARS
che non ha ancora recepito la Legge nazionale 183 ( sul regime dei suoli) e non
dà adeguata applicazione alla Legge 36 anche se è stata recepita.
Ci chiediamo come si possano realizzare obbiettivi condivisibili quali:
la
riconversione produttiva delle aziende, lo sviluppo rurale, la tutela degli
ecosistemi, la riqualificazione dei borghi rurali, per avere prodotti di qualità
in grado di poter competere sui mercati, se la Regione non si dota della
strumentazione indispensabile quali appunto la 183, e la 36, da queste Leggi,
i Consorzi vengono individuati
quali soggetti preposti non solo alla gestione delle acque per uso irriguo ma
anche alla tutela del suolo, proprio come recita la prima parte della stessa
Legge 45 ad oggi inapplicata, perquesto chiediamo che sia costituita l’Autorità
di Bacino (art 12-183 ) e pensiamo che la Sicilia possa rappresentare un Bacino
di rilievo Regionale recuperando in tal modo il ruolo di programmazione
attraverso i piani di Bacino.
Per concludere voglio evidenziare l’aspetto relativo l’elezioni degli
organismi democratici dei Consorzi come recitano gli articoli 12, 13, 14 e 15
della 45. Noi auspichiamo che su questo argomento, le Associazioni
CIA,
COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA e ASCEBEM, non si limitino solamente a richiedere
verbalmente di tanto in tanto, alla Regione, il governo dei Consorzi, ma si
attivino realmente affinché siano i diretti interessati cioè gli Agricoltori,
che attraverso libere elezioni siano chiamati
alla gestione
degli Enti Consortili. Da parte nostra siamo disponibili a partecipare ad un
Tavolo Triangolare tra Governo Organizzazioni Sindacali e Organizzazioni
Professionali appositamente costituto dall’Assessore all’Agricoltura,
affinché si possa arrivare nel più breve tempo possibile a tale
determinazione.
Per quanto ci riguarda non
avanziamo nessuna modifica alla bozza di regolamento elettorale a suo tempo
predisposta dall’Assessorato all’Agricoltura, può andare bene così come è
purchè si
faccia presto, mentre se è necessario, può essere predisposto un provvedimento
governativo che dia l’input definitivo agli attuali amministratori perché
svolgano tutti gli atti dovuti anche in deroga alla definizione dei piani di
classifica .
Come si può ben costatare lo spirito che anima la Flai CGIL con questa
iniziativa è quello di dare un contributo a che i consorzi di Bonifica non
ricadano nella crisi degli anni passati, pertanto occorre che parti sociali e
governo pur nel rispetto dei diversi ruoli, concorrano alla loro
rivitalizzazione, alla applicazione integrale della 45 con opportuni
aggiustamenti e alla loro democratizzazione,
attraverso l’assunzione della piena responsabilità da parte degli
agricoltori, e ciò possa
rilanciarli migliorandone il servizio, trasformandoli in vere Aziende efficienti
e produttivi, per dipendere sempre meno dal Bilancio della Regione,
nell’interesse, sia dell’economia agricola della Sicilia , che dei
lavoratori.