ricchezza- legalità- lavoro nero


 

ricchezza- legalità- lavoro nero

     Autorità, invitati, compagni mi piace iniziare questo mio brevissimo intervento con un’espressione che, certamente molti di voi definiranno come una cosa ovvia, ma che, a mio avviso, racchiude il senso dell’iniziativa di questa mattina.

     La Sicilia nel settore agricolo è potenzialmente una delle regioni d’Italia più ricche, ma manca una seria politica agricola.

     Adesso, cerco di spiegare, secondo me, il perché di questa mia considerazione.

     In Sicilia, si produce vino, olio, ortaggi, agrumi, frumento vi è una buona attività floro-vivaistica ecc. ecc.. com’è evidente quelle sopra elencate sono le culture che possono creare la ricchezza di un territorio.

     Io sono un bracciante agricolo della provincia che meglio si identifica nella ricchezza siciliana. La provincia di Trapani!

    Nella mia provincia, troviamo tutte le produzioni agricole che concorrono a fare la ricchezza della Sicilia.

     Infatti, i nostri vini ed i nostri oli riscuotono successi in molti mercati e vincono premi nei parecchi concorsi ai quali partecipano, ed inoltre nel trapanese si producono anche dell’ottime olive da mensa, una specificità solo della Valle del Belice, la quale comincia ad essere conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.

     Ma, credo che la ricchezza di un territorio si misura anche attraverso il costo per l’acquisto di terreno.

     Ad esempio per comprare un ettaro di terreno coltivato a vigneto in Sicilia sono necessari da 15.000,00/50.000,00 euro. In toscana o in Piemonte non bastano 250.000,00/500.000,00 euro.

      Questa enorme differenza, secondo me, ci fa capire il motivo per il quale la Sicilia viene considerata una regione di terzo monto ed invece Toscana e il Piemonte vengono considerate regioni ricche.     

       Secondo me, in Sicilia scontiamo una mancanza della nostra classe politica poiché loro, non hanno mai fatto una seria politica di sviluppo puntando alla creazione di prodotti di qualità certificati, cosa che invece hanno fatto la fortuna di altre regioni.

     Per una buona azienda vitivinicola occorrono almeno 40 ettari, pari ad un investimento di circa due milioni di euro in Sicilia, ma molto di più nel nord Italia. Per questo motivo la Sicilia è in testa come qualità/prezzo ed è anche per questo motivo che molti imprenditori del nord stanno investendo in Sicilia e ciò, secondo me, possono contribuire a diventare veramente leader.

     Il vino siciliano negli ultimi anni ha fatto enormi progressi per ciò che riguarda la qualità, oggi ha una grande immagine nel mercato italiano ed europeo.

    Il nero d’avola attualmente è uno dei vitigni che riscuote maggiore successo in Europa e non solo. Però, io credo che bisogna aumentare sempre di la lista dei vitigni pregiati.

    Un altro dei fenomeni che limita il nostro sviluppo della nostra agricoltura può essere imputato alla mancanza di una legge che punti alla tracciabilità dei prodotti agricoli. Questo è un problema sia dei vini, ma è più evidente negli oli, in quanto molte bottiglie sono pieni di oli tagliati con quelli provenienti da paesi come la Tunisia, Spagna di qualità molto inferiore ai nostri.

     E’ notizia di questi giorni che il consorzio di Montalcino, località nella quale si produce il famoso Brunello, per evitare quei fenomeni di “Falsi d’autore” sta registrando il proprio nome in tutti i tribunali mondiali, cosa certamente dispendiosa dal punta di vista economico, ma necessaria per salvaguardare il proprio prodotto.

     Io credo che è necessario riflettere su quanto fatto dal consorzio del Brunello di Montalcino, anche se oneroso serve a salvaguardare l’immagine ed a tutelare gli interessi dei produttori e dei consumatori.

     Anche in provincia di Trapani si produce dell’ottimo olio quale quello della Valle del Belice conosciutissimo anche in America.

      Fino ad adesso mi sono limitato a spiegare, secondo me, piccolo bracciante agricolo di una piccola provincia quali cose potessero produrre ricchezza.

      Potevo certo non parlare della categoria alla quale appartengo ed usare questa importante platea per evidenziare le problematiche che hanno i lavoratori del settore. Io credo che per ottenere un prodotto di qualità è necessario che ci sia un lavoro di qualità.

     Purtroppo, nel campo del lavoro, abbiamo grossi problemi perché il lavoro nero e quello precario aumentano sempre di più e con essi lo sfruttamento dei lavoratori.

     In questi anni si sta verificando un altro fenomeno, quello dello sfruttamento dei lavoratori immigrati, i quali vengono penalizzati dalle legge Bossi/Fini che questo Governo ha voluto.

      Tutto ciò si tramuta in evasione contributiva e fiscale con una conseguente concorrenza sleale tra le aziende.

     Su questo versante come Flai di Trapani ci siamo spesi molto e credo con buoni risultati questa affermazione posso farla in base ai dati forniteci dal servizio ispettivo dell’Inps e dall’aumento delle giornate lavorative che vi è stato nella nostra provincia.

    Questo risultato si è potuto concretizzare con una strategia che ci ha portato sia a fare molte denunce all’ Ispettorato del lavoro, ma anche a creare alleanze con le associazioni dei datori di lavoro e che insieme ci ha visto impegnati, ognuno per il proprio ruolo, nel combattere questo triste e vecchio fenomeno.

     Io credo che è necessario che al più presto venga fatta la riforma degli ammortizzatori sociali e della disoccupazione agricola in particolare, in quanto bisogna togliere il tacito accordo tra lavoratori e azienda, anche se mi rendo conto che con un Governo quale quello attuale abbiamo grande difficoltà.

     In tal senso, in questo campo, molto ancora bisogna lavorare, partendo dalle cose che spettano fare a noi, ad esempio, non sono per niente contento di come il sindacato, la Cgil in particolare si sta muovendo verso le applicazioni delle norme che riguardano la sicurezza nei posti di lavoro (D.L. 626/94).

     Non è più ammissibile che mettiamo in campo tutto il nostro impegno quando succede un evento luttuoso e poi abbassiamo la guardia appena diminuisce la tensione, io credo che anche qua va fatto un lavoro capillare e costante partendo dall’informazione e la formazione dei lavoratori spiegando anche hai datori di lavoro che se diminuiscono gli infortuni diminuiscono anche i premi Inail che le aziende pagano.

     In un programma di Maurizio Costanzo sono rimasto impressionato dalle questioni dei ferro-tranvieri i quali si lamentavano giustamente per le loro 800,00 Euro al mese cosa dire delle 400,00 di un bracciante agricolo o delle 250 per gli extracomunitari.

     Una retribuzione così bassa, ed una scarsa considerazione per i lavoratori del settore, secondo me, è avvenuta nel tempo grazie al fatto che il lavoro agricolo non è mai stato considerato un effettivo lavoro.

     L’agricoltura, infatti è  ritenuta come un mondo da assistere, commettendo l’errore di non valutare la ricchezza prodotta.

    Io penso che è necessario nel prossimo rinnovo contrattuale puntare ad un aumento della retribuzione dei lavoratori, la quale è molto più bassa che in altri settori.

     E’ necessario far sentire di più la voce dei lavoratori anche all’interno del nostro sindacato e non considerare gli operai agricoli solo coloro che compilano, nelle nostre sedi, la disoccupazione agricola.

     L’augurio più grande per un bracciante agricolo sarebbe quindi, oltre alla proposta della categoria che, da questa iniziativa venisse fuori, l’impegno di tutta la confederazione a tutti i livelli affinché l’agricoltura ed i lavoratori agricoli possano essere messi al centro dello sviluppo e dell’impegno di tutti i dirigenti, in modo da poter affermare la confederalità del mio sindacato!

Grazie