Comunicato stampa


 

Comunicato stampa

  CGIL SICILIA

FORESTALI: SICILIA, MERCOLEDI’ SCIOPERO GENERALE E MANIFESTAZIONE

I SINDACATI: “BASTA CON LA LOGICA DELL’ASSISTENZIALISMO”

 

Palermo, 1 marzo

 I forestali siciliani si fermeranno mercoledì 3 marzo per lo sciopero generale indetto da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil   per ottenere dal governo regionale la riorganizzazione del settore. Almeno 10 mila persone arriveranno a Palermo da tutta l’isola per partecipare alla manifestazione che comincerà alle 9 a piazza Marina per concludersi, dopo il corteo,  a piazza Indipendenza.

E’ lì, davanti palazzo d’Orleans, che gli operai aspetteranno l’esito di un incontro col governo regionale, sollecitato dai sindacati per illustrare le loro rivendicazioni e ottenere  dagli interlocutori istituzionali impegni precisi. Il riordino chiesto, hanno spiegato Italo Tripi , Fabrizio Scatà , e Gaetano Pensabene, segretari generali dei tre sindacati di categoria,punta al superamento della precarietà del comparto, all’ampliamento della superficie boschiva, ferma all’8% contro il 30% della media nazionale, all’uso produttivo del bosco, attraverso l’effettuazione di attività ferme al palo benché previste dalla legge (vivaistica, fungaie, artigianato, ad esempio), al riconoscimento dei diritti dei lavoratori a partire da quelli contrattuali”. Per tutto ciò i sindacati hanno presentato da oltre un anno una piattaforma che non ha avuto ancora risposte,  chiedono il varo di un apposito disegno di legge e si dicono pronti a proseguire la battaglia finché non avranno raggiunto i loro obiettivi. Secondo Flai, Fai e Uila, “a regime la riforma potrebbe comportare anche una riduzione del numero degli addetti, che però avrebbero un’occupazione più stabile di quella attuale”. Il contingente dei cosiddetti “cinquantunisti”, i forestali più precari,  nel progetto sindacale, andrebbe posto “ad esaurimento”. Attraverso i processi di turn over gli operai verrebbero gradualmente assorbiti nei contingenti che godono di garanzie  maggiori. Pur restando il lavoro nella maggior parte dei casi di tipo stagionale, per com’e’ il lavoro agricolo, i forestali godrebbero così di una certa stabilità occupazionale.

  I sindacati hanno detto chiaramente che intendono dare battaglia per la fine di una stagione di assistenzialismo nel comparto, che ha dimostrato di avere il fiato corto  e l’apertura di una razionalizzazione  che  può produrre lavoro di qualità, reddito, miglioramento delle condizioni ambientali e dell’assetto del territorio”. “Oggi- ha detto Italo Tripi, Flai Cgil- manca completamente un coordinamento delle risorse impegnate e dei soggetti che operano nel  settore. Si sono anzi moltiplicati, con l’esistenza di due direzioni regionali , i centri decisionali, cosa che crea caos . Noi chiediamo- ha aggiunto- un’unica cabina di regia  e il monitoraggio delle risorse. “Dal governo- ha aggiunto Fabrizio Scatà, Fai Cisl- vorremmo sapere come mai spende ogni anno per le attività forestali, che riguardano la tutela e la valorizzazione del territorio a partire dalle aree rurali e montane,  appena il 10 % (pari a 500 miliardi delle vecchie lire)  del bilancio dell’assessorato competente, destinando quote ben più consistenti alle attività autonome”. E Gaetano Pensabene , Uila Uil:Nelle assemblee fatte abbiamo percepito chiaramente la stanchezza dei lavoratori, di fronte a un governo che bluffa. Per recepire il precedente contratto ci sono voluti 8 anni e 23 scioperi. Il nuovo contratto e’ in vigore nel paese da oltre una anno e noi chiediamo il varo di una norma che renda immediatamente applicabile questo e i contratti che verranno”. Tra le proposte dei sindacati anche l’attribuzione alle squadre antincendio di compiti di protezione civile, che già in parte svolgono. “La regione- ha sostenuto Tripi- potrebbe attivare convenzioni apposite con lo stato e ottenere così risorse da destinate al comparto. Se ne gioverebbe la qualità del lavoro, le retribuzioni degli operai, e le casse regionali. Come si vede- ha concluso- non necessariamente le nostre proposte significano maggior esborso da parte della regione”.

2004 dac