COMUNICATO STAMPA


 


Palermo, 28 novembre 2006 ore 14,00

"Quello del lavoro nero e dello schiavismo non è un fenomeno né solo siciliano, né tantomeno isolato. In Italia lavorano in nero oltre 4 milioni di cittadini italiani e rappresenta il 18% del Pil".

Lo ha detto Fulvio Fammoni, segretario nazionale della Cgil, al termine del convegno "Spezziamo le catene degli schiavisti in agricoltura " tenutosi a Catania e organizzato da Flai Cgil Sicilia, Cgil Sicilia e Silp Cgil.

Fammoni ha sottolineato che "in Italia si denuncia e si discute troppo poco di questo fenomeno. Credo che anche il ruolo dell'informazione debba essere diverso; c'è bisogno di una vera e propria campagna e di nuove leggi, poiché quelle attuali o sono insufficienti o sono sbagliate".

Nel corso dell’incontro sono stati divulgati alcuni dati: in Sicilia si valutano in circa 25 mila le lavoratrici e i lavoratori che vivono in condizione di schiavitù nel comparto agroalimentare.

La loro vita scorre tra la perdita effettiva della libertà e un lavoro che non assicura né diritti, né dignità.

Per Lo Balbo “Questi lavoratori sono dei veri e propri transumanti, pronti a percorrere anche 250 km al giorno pur di lavorare e sopravvivere. Pensavamo che queste catene fossero già state spezzate dal sindacato negli anni ’50 in Sicilia, ma purtroppo non è stato così”.

 Il convegno è stato aperto da un filmato e dalle testimonianze dei lavoratori Salvatore Di Stefano e Felicia Buzilla. Sono intervenuti il segretario generale della Cgil di Catania Francesco Battiato, il segretario generale della Flai Sicilia Salvatore Lo Balbo, il segretario nazionale Silp Cgil Federico Schillaci, la segretaria distrettuale per Catania, Ragusa e Siracusa di Magistratura democratica Marisa Acagnino. I lavori sono stati conclusi da Fulvio Fammoni e coordinati dal segretario regionale Cgil Pippo Di Natale.