Ciao Sicilia, ne ho abbastanza. Vado al Nord


 


Ventiquatto anni, figlio di migranti ma nato in Italia. «Le condizioni di lavoro sono disumane. In
estate qui ci sono 40 gradi e noi siamo costretti a lavorare dentro i tunnel alti un metro e lunghi 150»

Abdelouahed: «Ciao Sicilia, ne ho abbastanza. Vado al Nord»

 La piazza "Bagdad" di Vittoria, in provincia di Siracusa, il mercato delle braccia ...

Rosolini (Sr) nostro servizio
«Basta adesso vado a Genova a fare l'operaio in una fabbrica, così guadagno almeno 1300 euro al mese e lavoro solo 24 giorni». Abdelouahed è di origine marocchina nato a Modica e vissuto per 24 anni a Rosolini in provincia di Siracusa dove per sei anni ha lavorato nelle serre per la raccolta del pomodoro ciliegino o nei "tunnel" dove si coltivano le zucchine. Rosolini è una cittadina piccola che vive della sua agricoltura e dei suoi migranti, è questa la maggiore forza lavoro del territorio perché i giovani pachinesi vanno via per studiare e poi non tornano. Ad oggi sono solo 300 gli stranieri regolari, prevalentemente magrebini, ma la manodopera stagionale è molto più alta e comprende anche i lavoratori provenienti dalla neocomunitaria Romania. 

Perché dici di voler andar via dalla Sicilia?
Vivo qui da tanti anni, mio padre vende biancheria e mia madre è casalinga io sono nato qui; lavoro da più di sei anni prima nelle campagne ed ora nell'edilizia. A breve vado via dalla Sicilia, questa terra non va bene neanche per noi immigrati. Si fanno file lunghissime per il rinnovo dei permessi di soggiorno, tanto che la questura ha trasferito la propria sede predisponendo un sistema per cui gli stranieri devono stare fuori. Certe volte quando i moduli non vengono compilati bene, dopo che sei rimasto tutto il giorno a fare la fila, sei costretto a ritornare il giorno dopo. Ho visto gente che li ha strappati per rabbia perché non vuole sentirsi cittadino italiano.

Perché hai lasciato il lavoro nella campagne?
Le condizioni di lavoro sono disumane. Durante l'estate quando si fa la raccolta e qui ci sono 40 gradi noi eravamo costretti a lavorare dentro i tunnel che sono delle piccole serre alte un metro e lunghe 150 (per legge massimo 80 m), con una sola apertura per respirare ad una temperatura che supera i 60 gradi. Dentro ci lavorano mediamente 40 operai, tutti stranieri. Si lavora a contatto diretto con i prodotti chimici e senza dispositivi di protezione. Anche l'acqua viene razionata. Viene incaricato uno, per non sottrarre tempo al lavoro, che porta quattro termos d'acqua di 5 litri ciascuno. E' una quantità irrisoria se consideriamo che deve bastare per tutto il giorno. Il tunnel solitamente ha una sola porta perché i padroni hanno paura che qualcuno possa riposarsi, anche se è impossibile dato che siamo cronometrati".

Che vuoi dire?
Succede che quando entri in queste strutture devi produrre più che puoi, e per questo il padrone usa spesso un orologio per vedere quanto impieghiamo a raccogliere i prodotti. Succede spesso che viene conteggiato anche il tempo che stai in bagno e se impieghi troppo tempo ti buttano fuori e non lavori più, tanto la manodopera si spreca soprattutto da quando ci sono i rumeni. Lo stesso sistema riguarda i magazzini dove si lavorano i prodotti agricoli, e dove c'è una maggiore concentrazione di donne anche italiane. 

Quanto guadagnano i rumeni?
Loro spesso lavorano a ciclo continuo, cioè dalle sette di sera, quando c'è troppo caldo fino alle sette o alle quattro del giorno seguente. E quando un operaio è stanco o sta male perde automaticamente il posto di lavoro. Le paghe si abbassano fino ad un massimo di 20 euro e per questo la concorrenza aumenta e si perdono i diritti. Siamo veri e propri schiavi.

Hai già trovato il lavoro a Genova?
Non ancora, ma a Genova ci sono tutti i miei amici e dicono che il lavoro si trova. Ma tanto io qui non ci voglio più stare, penso che finirà presto come in Francia, lì sì che sanno lottare per i propri diritti.
La. Ga.

 

01.08.2007