ORDINE DEL GIORNO SULLA PREVIDENZA AGRICOLA


 

L'edificio della Previdenza Agricola è stato ideato, progettato e costruito faticosamente, nel corso dei decenni passati con il forte protagonismo dei gruppi dirigenti ai vari livelli, accompagnato dalle numerose e  generose lotte di massa dei braccianti agricoli che si sono sviluppate su tutto il territorio nazionale.

I braccianti Siracusani, all'interno del Mezzogiorno, sono stati tra i protagonisti di quella stagione di lotte, che sono culminati nei tragici fatti di Avola, ove il 2 dicembre del 1968, dopo parecchi giorni di lotta dell'intera Provincia, nel tentativo di repressione da parte della Polizia  furono uccisi  2 braccianti.

L'idea che stava alla base delle rivendicazioni sui diritti previdenziali partiva dal carattere strutturale dell'economia agricola che alternava a periodi di intenso lavoro prevalentemente  stagionale legato alle colture mediterranee, periodi di bassissimo impiego di manodopera, rendendo così ciclico il periodo di disoccupazione degli addetti.

Per evitare una fuga degli addetti dalle campagne che avrebbe colpito anche le stesse aziende agricole, e creare condizioni di reddito tali da consentire una permanenza, stabilità e qualificazione professionale, furono rivendicati e conquistati quei diritti previdenziali che compongono la Previdenza agricola.

A distanza di circa 30 anni, le mutate condizioni economiche del settore primario che tenta ad integrarsi nella filiera agroalimentare da una parte e l'inadeguatezza della legislazione dall'altra hanno fatto perdere di vista l'ispirazione originaria e centrale della previdenza agricola con fenomeni degenerativi molto inquietanti che se non adeguatamente combattuti e cancellati rischiano di fare perdere l'essenza dei diritti previdenziali da parte degli operai agricoli.

Il lavoro nero e sommerso da un lato,  la ripresa di  fenomeni di caporalato così come le truffe organizzate nei confronti dell'INPS, sono tutti fenomeni inquietanti che vanno combattuti e sradicati con determinazione.

L'unico modo per combatterli è quello di realizzare una vera e propria  riforma della Previdenza Agricola, che salvaguardi i diritti previdenziali ereditati, faccia piazza pulita del lavoro nero e sommerso e di ogni forma di nuovo caporalato, prevedendo misure efficaci  di identificazione delle aziende agricole e delle loro superficie aziendali, per stroncare all'origine la complicità nelle truffe.

Prevedere misure di vantaggio per le aziende che riassumono gli operai a tempo determinato nelle successive fasi lavorative o che stabilizzano i lavoratori da un lato e prevedere il mantenimento del D.U.R.C. ( documento unico di regolarità contributiva), legando strettamente l'erogazione dei contribuiti pubblici a vario titolo al rispetto dei contratti e delle leggi.

Per questo i Sindacati di categoria si battono da anni arrivando alla sottoscrizione dell'AVVISO COMUNE con le controparti private alla presenza del Governo Nazionale che anziché tramutare in provvedimenti legislativi i contenuti dell'AVVISO COMUNE sottoscritto il 4 maggio 2004 a Roma, prevedere misure di taglio alle prestazioni previdenziali per irpsrmiare 700 milioni di euro ogni anno.

I delegati al Congresso Provinciale della FLAI di Siracusa, pertanto propongono alla FLAI a tutti i livelli e alla CGIL, di promuovere una grande petizione popolare per la RIFORMA DELLA PREVIDENZA AGRICOLA partendo dall'attuazione legislativa dei contenuti dell'AVVISO COMUNE che potrebbe essere il testo della Petizione popolare.