AGGIORNAMENTO DELLA RIFLESSIONE DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE


 

 

AGGIORNAMENTO DELLA RIFLESSIONE DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE

 

 

SINTESI

DELLE PROPOSTE DELLA FLAI CGIL DELLA SICILIA SUL PROGRAMMA SVILUPPO RURALE 2007-2013

(Reg. CE 1698/2005)

 

QUADRO NORMATIVO

 

REG. (CE) N. 1698/2005 (20 settembre 2005)

  • Istituisce il Fondo Europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)
  • Definisce le norme generali, gli obiettivi, il contesto strategico, le misure, le norme concernenti il partenariato, la programmazione, la gestione, il monitoraggio, la valutazione

 

Orientamenti Strategici Comunitari (OSC) adottati con decisione del Consiglio del 20 febbraio 2006

  • Definiscono le priorità strategiche dell’ UE

 

Piano Strategico Nazionale, adottato dalla Conferenza Stato Regioni il 31 Ottobre 2006

  • Indica le priorità di intervento del FEASR e dello Stato membro
  • Dovrebbe garantire la coerenza e il coordinamento tra le priorità comunitarie, nazionali e regionali

 

Programmi si sviluppo Rurale regionali (PSR)

  • Per la Sicilia in corso di definizione. I programmi regionali devono essere approvato da Bruxelles.

 

L’Unione Europea assegna all’Italia 8,3 miliardi di euro.   La Conferenza Stato-Regioni ha approvato il piano di distribuzione di dette  risorse, destinando  alla Sicilia  1.211,16 Milioni di euro, ai quali bisogna aggiungere le risorse derivanti dai cofinanziamenti.

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NOVITA’

 

Le novità di questa politica di sviluppo rurale sono:

Principio “ un fondo - un programma”: Un  fondo unico che sostituisce il doppio sistema finanziario del FEAOG sezione garanzia e  orientamento utilizzato nella programmazione 2000/2006, in un programma unico che comprende gli interventi precedentemente inclusi nei POR, nei PSR, e i principi d’intervento previsti   dall’iniziativa comunitaria Leader.

L’approccio sistematico,  i piani di sviluppo rurali sono organizzati in  4 assi strategici con tassi minimi di finanziamento e misure;

Il Partenariato: il sostegno da parte del FEASR è gestito in stretta consultazione tra la Commissione e gli Stati membri nonché le altre autorità pubbliche competenti, le parti economiche e sociali , qualsiasi altro organismo rappresentativo della società civile.

 

SCELTE PROGRAMMATICHE REGIONALI 

 

All’interno del mezzogiorno la Sicilia assieme a Campania, Calabria e Puglia è stata inserita nell’obiettivo Convergenza dell’Unione Europea. Queste regioni si distinguono per importanti profili di arretratezza sociale ed economica e per la presenza diffusa della criminalità organizzata.

 

 

Nella politica di sviluppo regionale sarà  necessario mettere a sistema linee di intervento in grado di creare condizione di contesto  più favorevoli per la crescita del sistema socio-economico isolano, agendo in particolare sul miglioramento delle condizioni di accesso al lavoro da parte delle persone al credito da parte delle imprese, rafforzando la lotta al disagio sociale, specie nell’ambiti urbani con accentuati fenomeni di degrado, e potenziando le azioni immateriali mirate a diffondere la cultura della legalità.

 

Gli orientamenti comunitari in merito alle aree di intervento, suggeriscono una forte concentrazione di risorse all’interno di tre ambiti fondamentali:

a) rafforzamento dei fattori di attrattività del territorio;

b) creazione e diffusione della società della conoscenza;

c) realizzazione di condizioni migliori di occupabilità e coesione sociale;

 

OBIETTIVI GENERALI

 

La FLAI CGIL della Sicilia in questo documento, in coerenza con gli orientamenti strategici nazionali, si soffermerà su precise priorità di intervento che possono costituire un punto di partenza per una efficace determinazione di precisi obiettivi da perseguire  nel periodo di programmazione 2007-2013.

Costituirà una base di lavoro molto duttile da aggiornare e arricchire nel corso della discussione con i diversi interlocutori.

Direttrici di massima dell’attività programmatoria potranno essere:

  • invogliare le aziende ad associarsi in consorzi, con conseguente concentrazione dell’offerta, e indirettamente stabilizzando i relativi redditi;
  • incentivare le verticalizzazioni produttive imprenditoriali e di filiera (Grande Distribuzione Organizzata) come elemento di competitività e contemporaneamente la necessità di investire sul capitale umano per favorire la crescita di una cultura d’impresa;
  • dedicare una parte rilevante della politica regionale alla  ricerca e all’ innovazione;
  • attenzione specifica per alcuni temi quali quelli della qualità dei prodotti e della loro sicurezza, la loro promozione ed internazionalizzazione;
  • sostegno al credito per le imprese, la semplificazione trasversale delle procedure che coinvolgono la pubblica amministrazione;
  • attenzione per obiettivi ambientali come il miglioramento del servizio idrico e della gestione dei rifiuti, la qualità delle acque, la difesa del suolo, la tutela della biodiversità, il contrasto al cambiamento climatico;
  • la produzione di energia da fonti rinnovabili;
  • Particolare attenzione alle strategie per le pari opportunità tra uomini e donne, attraverso misure specifiche volte all’innalzamento dei livelli di occupazione femminile, alla riduzione della segregazione professionale, rendere l’ambiente di lavoro più compatibile con la famiglia, migliorare i servizi di assistenza all’infanzia e alle persone non autonome.

 

La programmazione 2007/2013 dovrà tenere conto dei problemi legati alla crescita, all’occupazione e alla sostenibilità ma non vanno sottovalutate le opportunità concrete in termini di potenziale di crescita, che l’integrazione con il turismo  e le attività ricreative in ambiente rurale offrono agli imprenditori agricoli per diversificare la propria offerta produttiva e quindi anche il proprio reddito.

 

La sinergia tra politica di sviluppo regionale e politica per lo sviluppo rurale deve necessariamente essere focalizzata sui problemi specifici delle aree rurali, quali: la disoccupazione, il continuo esodo rurale, e quindi la continua riduzione della densità di popolazione in tali aree, la carenza di servizi in senso lato, e quindi sia i servizi di base, come ad esempio elettrificazione, metanizzazione, telecomunicazione, e informatizzazione nonché i servizi di cura, sia i servizi classificabili accessori  tra i quali tutti quei servizi la cui presenza aiuta a migliorare la qualità della vita anche in tali aree particolarmente disagiate.

 

Pertanto, relativamente allo sviluppo rurale rimane assolutamente inscindibile il legame tra politica di coesione, politica di sviluppo locale e politica di sviluppo rurale, in quanto la mancata integrazione di queste politiche si riflette di fatto ad una insufficiente efficacia di azione della sola politica di sviluppo rurale, soprattutto con particolare riferimento alle aree rurali.

 

 

PRIORITA’

 

La FLAI-CGIL  per garantire che i fondi FEASR vadano  a finanziare progetti “veri”, che creino  effettiva ricchezza e  sviluppo economico e sociale nella nostra regione, intende far inserire, nella programmazione 2007/2013, precisi requisiti che aziende o soggetti pubblici devono possedere per accedere ai finanziamenti comunitari.  

 

Le parti sociali fanno parte del Comitato di sorveglianza  che si occupa dell’attuazione, valutazione e monitoraggio del PSR. E’ in questa fase di programmazione e gestione  che possiamo e dobbiamo intervenire facendo inserire nelle schede di misura  aspetti selettivi e precisi criteri di ammissibilità dei progetti. Progetti che fino ad oggi sono stati finanziati secondo un criterio che è quello della data di presentazione  della domanda.

 

Destinatari delle risorse dovranno essere:

 

-         aziende che confluiscono in associazioni o cooperative, al fine di promuovere attività economiche di filiera dalla produzione alla commercializzazione, creando  nuova occupazione da definire attraverso un rapporto preciso: investimeti/innovazione tecnologica agro-alimentare-ambientale, investimenti/unità lavoratori a tempo indeterminato;

 

-         soggetti pubblici e privati che si impegnino a stabilizzare il personale oggi a tempo determinato (ricordiamo che la Sicilia  registra un altissimo numero di lavoratori agricoli a tempo determinato);

 

-         aziende agroalimentari che commercializzino almeno il 40% dei loro prodotti all’interno della regione (attraverso impegni con Enti pubblici a rifornire mense, ospedali ecc..);

 

-         soggetti pubblici o privati che svolgono la loro attività nell’ambito della certificazione e della sicurezza alimentare;

 

-         aziende che rispettano le normative contrattuali e della legislazione sul lavoro, della sicurezza del lavoratore e dell’ambiente di lavoro e che pertanto hanno la certificazione DURC;

 

-         sottoscrizione tra parti sociali e Assessorato all’Agricoltura di un avviso comune che definisca i punti di etica sociale e del lavoro (rispetto dei contratti di lavoro, tutela della maternità, libertà sindacale, RSU, RLS ecc….). L’azienda riceverà i finanziamenti solo se aderirà all’avviso comune.

 

-         escludere le aziende che negli ultimi anni hanno avuto problemi di sicurezza alimentare o che sono indagate per sfruttamento della mano d’opera clandestina, lavoro nero ecc.

 

 

La FLAI-CGIL assume l’impegno di partecipare attivamente alle fasi di preparazione, attuazione, sorveglianza, e valutazione del programma di sviluppo regionale. Il ruolo che intende assumere nel tavolo di concertazione a cui è chiamata a far parte, sarà quello di conciliare lo sviluppo economico e sociale della Regione con la tutela dei diritti dei lavoratori, promuovendo:

 

Ø      Occupazione;

Ø      Pari opportunità tra uomini e donne;

Ø      Rispetto delle norme contrattuali e di sicurezza;

Ø      Rispetto dei diritti dei lavoratori attraverso le certificazioni DURC;

Ø      Vincoli sui soggetti beneficiari delle risorse comunitarie

 

SCHEDE DI MISURA

 

Nell’ambito dello sviluppo rurale, la programmazione 2007/2013, caratterizzata da un approccio di tipo strategico è fondata su quattro priorità che nello specifico si identificano:

-         miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale;

-         miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale:

-         qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale;

-         approccio Leader.

 

In linea con gli orientamenti comunitari e nazionali, si riportano, quì di seguito, le possibili misure da attivare nei quattro assi di intervento.

 

 

DESCRIZIONE DI POSSIBILI MISURE DA ATTIVARE

 

 

ASSE 1

 

MIGLIORAMENTO DELLA COMPETITIVITA’DEL SETTORE

AGRICOLO E FORESTALE (minimo 10%)

 

Le risorse di questo asse  dovrebbero contribuire a creare un settore agroalimentare europeo forte e dinamico, concentrandosi sul trasferimento delle conoscenze e dell’innovazione nella catena alimentare e sui settori prioritari per gli investimenti nel capitale umano e fisico.

Linea strategica 1.1

INNOVAZIONE TECNOLOGICA E ORGANIZZATIVA

 

AZIONE 1.1.1 – PROMUOVERE LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANO, CON AZIONI NEL CAMPO DELLA FORMAZIONE, E DELLA CULTURA  D’IMPRESA

- L’azione deve interessare tutti i livelli operativi e gestionali del comparto agro-alimentare-ambientale attraverso pacchetti integrati  di formazione, informazione e consulenza.

 

AZIONE 1.1.2 – AGEVOLARE IL SISTEMA DELL’INNOVAZIONE

- in un clima di forte competizione nei mercati è necessario conseguire elevati standard di qualità di processo e di prodotto attraverso la promozione di processi di innovazione tecnologica (ammodernamento…) e non tecnologica (marketing…). Negli investimenti andranno privilegiati quelli in grado di avvicinare le imprese al mercato, garantendo anche il supporto di nuove competenze e conoscenze professionali.

 

AZIONE 1.1.3 – PROMUOVERE L’ACCESSO ALLA RICERCA E SVILUPPO

- andranno promosse   forme di cooperazione tra università, imprese, centri di ricerca ed enti pubblici, in grado di agevolare la diffusione dei risultati della ricerca e sperimentazione e delle innovazione da queste derivanti.

 

AZIONE 1.1.4 - ADOZIONE E DIFFUSIONE DELLE TECNOLOGIE DELLA INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE (TIC)

- sarà incentivata l’adozione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

 

 

 

 

 

Linea strategica 1.2

STRUTTURA PRODUTTIVA E TERRITORIO RURALE

 

 

AZIONE 1.2.1 – MIGLIORARE L’INTEGRAZIONE DELLA CATENA AGROALIMENTARE

- è necessario promuovere investimenti nell’ambito di sistemi relazionali organizzati ( consorzi di tutela e valorizzazione, distretti produttivi, catene di fornitura…) che consentono di aumentare la competitività, di migliorare l’immagine dei prodotti e che prevedono il coinvolgimento dei diversi segmenti della filiera produttiva, allo scopo di superare il tendenziale individualismo delle imprese. In questa ottica di integrazione sarà incentivata la partecipazione a sistemi di qualità alimentari conformi alla legislazione comunitaria.

 

AZIONE 1.2.2 – SVILUPPO DI NUOVI SBOCCHI PER PRODOTTI AGRICOLI E SILVICOLI

- particolare attenzione dovrà essere rivolta alle piattaforme logistiche: efficienza dei canali di commercializzazione, punti di snodo dei prodotti finiti, catena del freddo e del condizionamento.

 

AZIONE 1.2.3 – VALORIZZAZIONE SUI MERCATI DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI

- Incentivare azioni di informazione (etichettatura, produzione biologica, denominazione d’origine..) e di promozione sui mercati interni e internazionali dei prodotti agricoli e agroalimentari.

 

 

 

 

 

 

 

Linea strategica 1.3

COMPETITIVITA’ E SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

 

 

AZIONE 1.3.1 – FACILITARE L’ADEGUAMENTO DELLE IMPRESE ALLA NORMATIVA

-il recepimento delle disposizioni normative in materia di tutela dell’ambiente, sanità pubblica, salute delle piante, benessere degli animali e sicurezza sul lavoro comportano in ambito aziendale la necessità di effettuare onerosi investimenti di carattere strumentale e strutturale e nonché sovente l’aumento dei costi di produzione. Le imprese vanno sostenute in tali processi anche con programmi mirati di consulenza aziendale, favorendo la rapida ed efficace applicazione di norme più rigorose, senza pregiudicarne la competitività.

 

AZIONE 1.3.2 – MIGLIORARE LE PRESTAZIONI AMBIENTALI DELL’AGRICOLTURA

-nella prospettiva di una nuova cultura d’impresa basata su criteri di etica imprenditoriale e sostenibilità ambientale, l’efficienza nell’utilizzo dei fattori produttivi dovrà coniugarsi con il rispetto dell’ambiente. Saranno incentivati interventi volti a migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse naturali, in particolare l’adozione di sistemi e tecnologie finalizzata alla tutela della risorsa idrica, e gli investimenti per la produzione di energia da colture e allevamenti.

 

AZIONE 1.3.3 – MIGLIORARE LE PRESTAZIONI AMBIENTALI DELLA SILVICOLTURA

-andranno sostenute tutte le iniziative volte a garantire performance ambientali più elevati: introdurre tecnologie e sistemi gestionali a ridotto impatto ambientale, rinaturalizzazione dei boschi ecc.

 

 

 

ASSE 2

 

MIGLIORAMENTO DELL’AMBIENTE E DELLO SPAZIO RURALE ( minimo 25%)

 

Le risorse destinate a questo asse dovrebbero contribuire a tre aree prioritarie a livello comunitario:

la biodiversità e la preservazione e lo sviluppo dell’attività agricola e di sistemi forestali ad elevata valenza naturale e dei paesaggi agrari tradizionali; il regime delle acque e il cambiamento climatico.

Questi obiettivi  fanno riferimento all’obiettivo comunitario di assicurare un’agricoltura sostenibile e  di multifunzionale.

 

Linea strategica 2.1

BIODIVERSITA’ E TUTELA DEI SISTEMI AGRO FORESTALI   AD ELEVATA

VALENZA NATURALE

Le attività agricole e forestali a maggiore sostenibilità ambientale contribuiscono a conservare alcuni ecosistemi ad elevato valore naturalistico e culturale. Le specie, le varietà e le razze vegetali e animali di questi ecosistemi rappresentano un patrimonio e il mantenimento delle attività agricole e forestali  costituisce un fattore strategico per combattere il declino della biodiversità.

 

AZIONE 2.1.1 – PROMUOVERE L’UTILIZZO DELLE RISORSE GENETICHE LOCALI (conservazione delle specie, varietà vegetali, razze animali)

 

AZIONE 2.1.2 – INCENTIVARE LA CONSERVAZIONE DEGLI HABITAT SEMI-NATURALI ( Gestione siti Natura 2000 e delle altre aree protette, incremento della superficie boscata, interventi preventivi contro gli incendi …)

 

AZIONE 2.1.3 – FAVORIRE LA TUTELA DEL PAESAGGIO MONTANO ( favorire le pratiche agricole e gli interventi idraulico-forestali per garantire non solo la conservazione degli aspetti paesaggistici ma anche la stabilità del territorio).

AZIONE 2.1.4 – INCENTIVARE LA RIQUALIFICAZIONE DEL PAESAGGIO RURALE

 

 

 

Linea strategica 2.2

QUALITA’ E GESTIONE DELLE ACQUE

Il settore agricolo può svolgere un ruolo attivo nella prevenzione e nella riduzione dei fenomeni di inquinamento delle acque superficiali e di falda, derivanti sia dalle attività agricole intensive che dalle altre attività antropiche.

 

AZIONE 2.2.1 – TUTELA QUALITATIVA E QUANTITATIVA DELLE RISORSE IDRICHE SUPERFICIALI E PROFONDE

 

AZIONE 2.2.2 – INCENTIVARE IL RIUSO DELLE ACQUE REFLUE

 

AZIONE 2.2.3 – TUTELA DEL SUOLO

 

 

Linea strategica 2.3

CAMBIAMENTO CLIMATICO E EMISSIONE DI GAS SERRA

I settori agricolo, zootecnico e forestale possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Protocollo di Kyoto, attraverso l’incentivazione di quelle attività che consentono di limitare l’emissione di gas serra e di assorbire l’anidride carbonica contenuta nell’atmosfera, promuovendo nel contempo l’impiego di energie rinnovabili da biomasse agricole e forestali. L’incentivazione di pratiche agronomiche, silvicolturali e di allevamento volte a contenere le emissioni di gas serra devono essere in grado di garantire adeguati livelli di efficienza energetica e di un ridotto impatto ambientale.

 

AZIONE 2.3.1 – INCREMENTARE LA CAPACITA’ DI FISSAZIONE DEL CARBONIO ( attraverso incentivi  a favore di una corretta gestione agronomica e forestale: estensione delle colture vegetali a carattere permanente, la costituzione di boschi permanenti.

 

AZIONE 2.3.2 – RIDURRE LE EMISSIONI AGRICOLE DI GAS A EFFETTO SERRA E LE EMISSIONI DI AMMONIACA.

 

AZIONE 2.3.3 – SVILUPPARE LA FILIERA DELLE ENERGIE RINNOVABILI

 

 

 

 

ASSE 3

 

QUALITA’ DELLA VITA NELLE ZONE RURALI E DIVERSIFICAZIONE

DELL’ECONOMIA RURALE ( minimo 10%)

 

Le risorse destinate a questo asse dovrebbero contribuire alla priorità assoluta rappresentata dalla creazione di posti di lavoro nei settori della diversificazione e della qualità della vita.

 

Linea strategia 3.1

CREAZIONE DI NUOVE OPPORTUNITA’ DI OCCUPAZIONE E REDDITO

NELLE AREE RURALI

La strategia risponde alla necessità di mantenere vitale il tessuto economico-sociale di aree che, in conseguenza della crisi di competitività nei diversi settori economici, scontano fenomeni di crisi occupazionale e di conseguente abbandono. Bisognerà pertanto mantenere vive e dinamiche queste zone rurali con interventi volti a promuovere la diversificazione in attività non agricole nell’intendo di promuovere l’imprenditorialità e rafforzare il tessuto economico con la creazione di nuovi posti di lavoro. Un’attenzione particolare  deve essere rivolta alla popolazione femminile di queste aree che sono una risorsa importante per lo sviluppo di servizi e di una agricoltura multifunzionale.

 

 

AZIONE 3.1.1. – FAVORIRE LA NASCITA E LO SVILUPPO DI MICROIMPRESE (artigianato, turismo ecc)

 

AZIONE 3.1.2. – PROMUOVERE LO SVILUPPO DEL TURISMO RURALE ( va sostenuta un’offerta turistica integrata che coniughi la fruizione delle ricchezze naturali e paesistiche delle aree rurali e dell’agricoltura con l’artigianato locale e le risorse culturali)

 

AZIONE 3.1.3. – PROMUOVERE L’OFFERTA DI SERVIZI PER L’ECONOMIA

 

AZIONE 3.1.4. – AGEVOLARE L’INSERIMENTO DELLA DONNA NEL MONDO DEL LAVORO (le pari opportunità fra uomini e donne costituiscono uno dei fondamenti delle Politiche rurali della Comunità Europea, ed assumono pertanto valore strategico, le azioni finalizzate a favorire un efficace inserimento della donna nell’impresa in ambito rurale, contribuendo anche ad attenuare gli ostacoli che spesso limitano le potenzialità della figura femminile nel mondo del lavoro)

 

 

 

 

Linea strategia 3.2

MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO NELLE AREE RURALI

 

 

AZIONE 3.2.1. – MIGLIORARE L’ACCESSO AI SERVIZI NELLE AREE RURALI, ATTRAVERSO L’USO DELLE NUOVE TECNOLOGIE DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE (TIC)

 

AZIONE 3.2.2. – FAVORIRE  LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE NECESSARIE PER I NUOVI SETTORI E ATTIVITA’ DIVERSIFICATE ( formazione del capitale umano e sviluppo di nuove competenze)

 

AZIONE 3.1.3. – MIGLIORARE E CONSERVARE IL PATRIMONIO EDILIZIO RURALE (conservazione del patrimonio architettonico locale in un’ottica di salvaguardia delle tradizioni e della cultura locale)

 

AZIONE  3.1.4. –  PROMUOVERE L’OFFERTA DI SERVIZI SOCIALI A FAVORE DELLA POPOLAZIONE RURALE

 

 

ASSE 4

 

LEADER

 

Obiettivo strategico dell’Asse Leader è costruire una capacità locale per l’occupazione e la diversificazione attraverso i Gruppi di Azione Locale (GAL). Le risorse di questo asse  dovrebbero contribuire alle priorità degli assi 1 e 2 e, in particolare dell’asse 3, ma, anche a svolgere un importante ruolo nella priorità orizzontale  di migliorare la governance e di favorire il potenziale di sviluppo endogeno delle aree rurali.

Nel contesto di una strategia di sviluppo locale il supporto previsto dall’asse Leader offre la possibilità di combinare tutti e tre gli obiettivi – competitività, ambiente, qualità della vita/diversificazione

Si possono distinguere tre ruoli principali che l’approccio Leader può svolgere:

-         stimolare lo sviluppo locale endogeno

-         aumentare la capacità organizzativa delle comunità rurali (governance)

-         rompere quel ciclo vizioso del declino, ancora presente in molte aree rurali, incoraggiando l’innovazione.

 

 

Linea strategica 4.1

MIGLIORAMENTO DELLA GOVERNANCE

 

 

AZIONE 4.1.1 – RAFFORZARE I PARTENARIATI LOCALI

 

AZIONE 4.1.2 – SVILUPPARE UNA GESTIONE PARTECIPATA E INTEGRATA

 

 

 

Linea strategica 4.2

MOBILITAZIONE DEL POTENZIALE DI SVILUPPO ENDOGENO

 

 

AZIONE 4.2.1 – SVILUPPARE LA CONOSCENZA

 

AZIONE 4.2.2 – SVILUPPARE STRATEGIE INNOVATIVE DI CRESCITA

 

AZIONE 4.2.3 – PROMUOVERE LA COOPERAZIONE TRA TERRITORI

 

 

 

Linea strategica 4.3

LINEE COMUNI DI SVILUPPO NELLE AREE RURALI

 

 

AZIONE 4.3.1. – SVILUPPARE IL GRADO DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA

 

AZIONE 4.3.2. – CREARE NUOVE OPPORTUNITA’ DI OCCUPAZIONE E REDDITO NELLE ARRE RURALI

 

AZIONE 4.3.3. – MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO NELLE AREE RURALI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GLOSSARIO

 

ASSE – Ambito di intervento Comunitario

COMITATO DI SORVEGLIANZA – Si compone dei partner di cui all’art 6 del reg. comunitario (enti pubblici territoriali, parti economiche e sociali, ogni altro organismo rappresentativo della società civile). Partner che intervengono nella preparazione, attuazione, sorveglianza, e valutazione dei Piani di Sviluppo Rurale.

DURC – Documento Unico  di Regolarità Contributiva.

LEADER – Programma di iniziativa Comunitaria finalizzato a promuovere lo sviluppo integrato, endogeno e sostenibile delle aree rurali.

FEARS – Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

FEAOG – Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia

FLAI – Federazione Italiana Lavoratori Agroindustria

GAL – Gruppi di Azione Locale

OSC – Orientamenti Strategici Comunitari

POR – Programma Operativo Regionale

PSN – Piano Strategico Nazionale

PSR – Programmi di Sviluppo Rurali

TIC  - Tecnologie delle Informazioni e della Comunicazione