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LA QUALITÀ AMBIENTALE

OCCASIONE DI SVILUPPO

TERRITORIALE

 

L’obiettivo che la Flai-Cgil si pone con l’iniziativa odierna è ambizioso: vogliamo che le potenzialità esistenti possano, nello stesso tempo, tutelare l’ambiente, innovare e modernizzare le aziende, creare nuova occupazione e difendere i consumatori.

 

Vogliamo essere, insomma, il sindacato del territorio, attore dello sviluppo sostenibile che fa della difesa del suolo e della sicurezza alimentare i punti strategici della propria iniziativa, che individua nell’uso delle acque, nei rifiuti, nelle fonti energetiche, nel riconoscimento dei diritti fondamentali dei lavoratori dipendenti, nella  certificazione di qualità, gli ambiti nei quali confrontarsi con altri soggetti.

 

Questo è il progetto che la Flai-Cgil ha presentato alla segreteria confederale.

 

La qualità e lo sviluppo sostenibile costituiscono valori ineludibili, sono la chiave di volta per innescare  un processo di riconversione agro-alimentare-ambientale.

 

La grande sfida che abbiamo davanti è l’equilibrio tra sviluppo economico e miglioramento della qualità della vita.

 

Si tratta di una scelta che scaturisce dalla convinzione che si possa percorrere la strada dello sviluppo sostenibile, rendendo compatibile crescita economica e rispetto della natura e delle persone.

 

Abbiamo in diverse occasioni detto che i temi della sicurezza alimentare e della qualità hanno bisogno di azioni che diano risposte positive, tutto ciò  tenendo in considerazione la produzione, la trasformazione e la commercializzazione.

 

Si rende assolutamente necessario dare informazioni sulla qualità degli alimenti, sui suoi ingredienti e sulla loro provenienza.

 

In questo quadro è necessario rivedere le modalità di produzione e mettere sotto controllo l’intero sistema che concorre alla catena alimentare.

 

L’Unione Europea ha delineato le strategie per i prossimi anni: tali strategie consentono di organizzare la sicurezza alimentare in modo più coordinato e integrato al fine di raggiungere il livello più elevato di protezione della salute.

 

Questo nuovo modello di produzione contribuisce a tutelare direttamente la salute dell’uomo, ponendolo al riparo dall’ingerire inconsapevolmente sostanze nocive, e a rispettare la natura e l’ambiente.

In occasione della presentazione della pubblicazione “Attività produttive sostenibili nel Parco delle Madonie” sulla rivista trimestrale AE,  nel corso del convegno del 17 marzo 2004, ci siamo dati appuntamento a Castelbuono per approfondire le tematiche legate al progetto di certificazione EMAS (Eco Management and Audit Scheme ) delle Madonie e coinvolgere le comunità madonite per  chiedere alle amministrazioni comunali e all’Ente Parco di formalizzare l’avvio delle procedure della certificazione di qualità ambientale, invitando i Consigli Comunali ad approvare apposite delibere.

 

Le considerazioni che hanno indotto la Flai-Cgil ad avanzare la proposta di certificazione EMAS per i Comuni ricadenti nel Parco delle Madonie, nascono dalla consapevolezza che questo territorio rappresenta un patrimonio naturalistico di notevole valore.

 

L’intreccio della ricchezza culturale (conservazione delle caratteristiche architettoniche dei Paesi), la tutela della natura,  storia, tradizioni, gastronomia, turismo, artigianato, apparato produttivo, amministrazioni pubbliche in grado di reggere la sfida della qualità, oltre a rappresentare una grande potenzialità di sviluppo territoriale e un’opportunità concreta di crescita socio-economica, candida l’intera area al riconoscimento della certificazione EMAS da parte del Comitato Ecolabel Ecoaudit, sezione Emas Italia.

 

La certificazione EMAS è il massimo riconoscimento di qualità ambientale e include qualsiasi infrastruttura, impianto e materiali.

 

Questo rappresenterebbe un valore aggiunto per la filiera agro-alimentare-ambientale e porterebbe al miglioramento dei meccanismi sinergici tra turismo, qualità ambientale, incremento quantitativo e qualitativo dei prodotti locali.

 

Consentirà, inoltre, di usufruire di una serie di agevolazioni per la realizzazione di progetti di sviluppo eco-compatibili.

 

L’occasione di trasformare le peculiarità favorevoli, cioè le risorse differenziate diffuse nel territorio madonita, rappresentano l’elemento propulsore del processo di sviluppo eco-sostenibile.

 

È fuor di dubbio che gli assi strategici di intervento sono lo sviluppo e il consolidamento delle filiere agricole e agro-industriali che sinteticamente vengono individuati nei prodotti degli allevamenti zootecnici, nell’olio d’oliva, nel vitivinicolo, nei prodotti da forno, nella frassinocoltura, nella commercializzazione delle acque e  in tutte le attività di trasformazione e manipolazione presenti nel Parco.

 

Le aziende: Lena Santa Anastasia, Fiasconaro, Acqua Geraci, Pastificio Castagna, Tornisia, Mannite Conoscenti, Francesco Ganci, Azienda Provinciale delle Foreste, L’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, gli Enti Locali, rappresentano un concreto punto di partenza per la valorizzazione delle attività eco-compatibili.

 

Punto strategico rimane, comunque, la sinergia che riusciamo a mettere in campo fra i vari soggetti istituzionali, economici e sociali, (tra questi l’Università, il mondo della cultura e della ricerca) per favorire l’attivazione di iniziative di supporto per le certificazioni di qualità ambientale, di processo e di prodotto,  e per rafforzare il collegamento tra il mondo della ricerca e quello della produzione.

 

Questo significa maggiore controllo ambientale e sociale, maggiore possibilità di controllare e contrattare la qualità. Significa, anche, sviluppo e valorizzazione dei prodotti locali.

 

La proposta che avanziamo è quella di uscire dall’immobilismo che rischia di deludere le aspettative legittime delle popolazioni interessate.

 

In questo contesto il Parco deve rappresentare l’occasione del vivere bene.

 

Le popolazioni residenti nel territorio del Parco devono avere condizioni sociali di privilegio e ad essi si devono offrire, come dice Felice Mazza, condizioni sociali, economiche e culturali moderne, desiderabili e ricche.

 

Diventa, pertanto, improrogabile l’approvazione della legge sulla montagna per sconfessare chi sostiene che il divario di produttività tra le diverse aree sia incolmabile e che qualsiasi intervento sia improduttivo, o chi pensa alla montagna come un’enorme riserva naturale da cui bandire ogni attività economica e produttiva.

 

Noi riteniamo necessario e possibile il superamento degli squilibri economici tra la montagna e la pianura, a condizione che si affermi una politica economica che superi le logiche assistenziali.

 

La sfida non è semplice a causa della lunga assenza di ogni pianificazione da parte della Regione Siciliana.

 

L’abolizione delle Comunità montane, decretata con la L.R. 9/86, ha demandato alla Provincia Regionale il compito di provvedere alla pianificazione: ad oggi non ci sono riscontri positivi ed effetti rilevanti a beneficio della montagna.

 

I Comuni montani continuano a perdere residenti.

 

Causa di tutto ciò è un’azione di Governo che non ha garantito equità sociale e condizioni favorevoli ad uno sviluppo sostenibile e durevole.

 

Si rende necessario lo sviluppo di una forte politica di programmazione integrata che ricerchi piene sinergie tra la pluralità degli interventi finanziari pubblici e privati. 

 

Ho voluto richiamare la vostra attenzione su questo argomento, perché, tra i principi istitutivi dei Parchi e delle Riserve Naturali, è mancata una specifica attenzione per la montagna.

 

Solo l’Amministrazione Forestale e le Amministrazioni Comunali che hanno progettato interventi forestali, hanno limitato lo spopolamento e in parte il degrado territoriale.

 

Con molta onestà dobbiamo dire che il lavoro forestale ha assolto, oltre alla funzione di tutela del territorio e del bosco, una forte funzione sociale legata alle difficoltà occupazionali; tale condizione richiede un equilibrio nella distribuzione della forza lavoro ed una forte azione di riqualificazione professionale a mansioni ed attività sempre più impegnative.

 

Per queste ragioni pensiamo che è necessario, in questo settore, imboccare una via che punta ad un rilancio in chiave economica – produttiva della risorsa forestale.

 

Al sindacato spetta di rappresentare le ragioni del lavoro.

 

Giorno 4 settembre 2004 ad Alimena è stato presentato un libro autobiografico di Rosario Valenza Segretario della locale Camera del Lavoro, uno dei tanti Capi Lega che con grossi sacrifici hanno rappresentato le esigenze di tanti uomini.

 

Ho voluto citare questo perché la Flai-Cgil, erede della Federterra e della Federbraccianti, è stata protagonista dei processi di trasformazione ed emancipazione: dalla lotta per la terra a quella per il salario e per il lavoro.

 

Lo scontro politico e sociale nel periodo post bellico assunse in questo territorio, come in tutta la Sicilia toni drammatici.

 

La compattezza e la determinazione nell’azione di lotta dei contadini e braccianti, organizzati nelle Camere del Lavoro, diedero inizio al processo di assegnazione delle terre.

 

La Flai-Cgil nell’ultimo decennio oltre ad avere rafforzato la presenza nel territorio ha intensificato l’attività vertenziale nelle aziende dell’intero comparto agro-alimentare-ambientale.

 

Oggi possiamo affermare, con soddisfazione, di essere presenti nelle principali aziende, molte delle quali hanno imboccato la strada della certificazione UNI e ISO 9002 e della tracciabilità delle materie prime.

 

La Flai-Cgil vuole, ancora una volta, contribuire alla realizzazione del progetto di sviluppo sostenibile consapevole che in questo modo si possono affermare e tutelare i diritti individuali e collettivi di tutti i lavoratori.

 

Siamo consapevoli che questo modo di agire costituisce la chiave per mettere l’azione sindacale al servizio della comunità.