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ULTIMO INTERVENTO NELLA QUALITA’ DI SEGRETARIO GENERALE DELLA FLAI SICILIANA.

10 SETTEMBRE 2008

Care compagne e cari compagni,

sono passati 12 anni e 4 mesi da quando sono arrivato alla Flai regionale e tre anni (era il 20 settembre 2005) da quando ho assunto la carica di Segretario Generale della Flai siciliana.

Nelle dichiarazioni programmatiche di tre anni fa avevo posto “l’obiettivo di sviluppare ulteriori elaborazioni, accompagnate da una forte e persistente iniziativa decentrata nelle province, nelle zone a vocazione agro-alimentare-ambientale e nei comuni”.

Il filmato dal titolo “LA NOSTRA FLAI” che vi abbiamo presentato è la sintesi di questi tre anni d’intensa ed entusiasmante attività.

Senza questa coerenza, tutti noi non avremmo riempito il Teatro Politeama e non avremmo fatto acquisire alle migliaia di lavoratrici e di lavoratori che vi hanno partecipato all’iniziativa del 15 febbraio la consapevolezza di essere protagonisti di un più ampio movimento che, dopo cento anni, continua a lottare per migliorarne le loro condizioni di vita e di lavoro. Non singoli individui con problemi personali e sociali più o meno rilevanti, ma protagonisti di un movimento sindacale in grado di coniugare sviluppo con benessere diffuso, diritti con solidarietà, valorizzazione delle capacità individuali con quelle collettive.

E’ questa idea di FLAI e di CGIL è stata condivisa da migliaia di attivisti, centinaia di delegati sindacali e di capilega, da decine di componenti delle segreterie territoriali, dai segretari generali territoriali, dai coordinatori regionali, dai segretari regionali e dai collaboratori esterni.

Il contatto continuo con la base, fatta di lavoratrici e lavoratori e non solo di domande anonime di disoccupazione agricola o di richieste individuali, ha fatto maturare la convinzione che bisognava spingere l’asticella dell’iniziativa sindacale sempre più avanti.

Lotta al lavoro nero e allo schiavismo, affermazione del ruolo aziendale del lavoro e del sindacato, valorizzazione territoriale dell’identità bracciantile, contrasto alla corporativizzazione della categoria, valorizzazione del salario e dei diritti, sono il perimetro entro il quale “i protagonisti del Politeama” hanno scoperto o riscoperto la soddisfazione di spendersi, di mettersi in discussione,  di rischiare per un’idea, per un progetto e hanno rinvigorito la consapevolezza di fare parte di una categoria di lavoratrici e lavoratori che svolgono nella società siciliana un ruolo importantissimo come produttori della ricchezza AGRO-ALIMENTARE-AMBIENTALE.

Con alcuni di voi ho avuto modo di discutere se una bracciante o un bracciante può essere ORGOGLIOSO di essere produttore di ricchezza, e di una ricchezza che valorizza al massimo il rapporto tra l’uomo, la terra, l’acqua, il clima, la storia, il progresso del genere umano. Io penso che bisogna esserne orgogliosi.

La settimana scorsa il quotidiano “La Stampa” di Torino pubblicava un’intervista ad una lavoratrice pugliese di nome Rosanna, e un lavoratore forestale di Catania scriveva alla bella trasmissione di Piero Angela “Superquark”, rivendicando entrambi la scelta e l’orgoglio di essere utili alla società al pari di tante altre professioni, producendo alimenti alzandosi alle tre del mattino o rischiando la vita combattendo contro gli incendi.

Ho conosciuto in questi anni una categoria fatta di ragazze e ragazzi, non più analfabeti, che il sabato sera vanno in discoteca, che navigano su internet, che scaricano film e musica da e.mule e che esprimono le loro emozioni con gli sms. Che hanno le stesse abitudini, comportamenti, taglio dei capelli o che indossano il capo di abbigliamento come fanno i loro coetanei a Roma, a Milano, a Copenaghen, a Parigi a New York, a Tokio o a Benijng.

Ho conosciuto i quarantenni di questa categoria, che stanno crescendo i loro figli allo stesso modo dei loro coetanei nel resto del mondo economicamente avanzato. Pannolini, omogeneizzati, cura della persona, qualche civetteria, qualche prodotto firmato o di  marca, qualche vacanza e magari qualche hobby.

Ho conosciuto quelli che pensano alla loro vita da pensionato e che ricordandola vita dei loro nonni o dei loro genitori si sentono più gratificati e più soddisfatti di se stessi; basti pensare che non hanno fatto la guerra o che non sono stati emigranti in Germania o in Venezuela per decenni.

A tutti questi lavoratori dobbiamo dare le ragioni politiche e sindacali per frequentare le nostre sedi affinché diventino i protagonisti delle elaborazioni e delle lotte sindacali; dobbiamo dare gli strumenti per assolvere il ruolo di attivisti, di delegati sindacali e di rappresentanti per la sicurezza; dobbiamo dare anche l’opportunità di poter provare a diventare dirigenti sindacali, come così hanno avuto la possibilità chi è venuto prima di loro al sindacato

Tutto va bene allora? Certamente NO.

Ho conosciuto anche lavoratrici e lavoratori con tantissimi problemi, con salari a venticinque o trenta euro, senza la certezza di sapere oggi chi è il datore di lavoro o dove andrà a lavorare domani, con l’incubo di venir licenziati se si vuole portare il sindacato in azienda, con la paura di entrare in una cella frigorifera tutto il giorno, con l’ossessione di essere additato come falso bracciante o di avere spesso dietro la porta di casa gli ispettori Inps se hai presentato una domanda di maternità.

Ho conosciuto i lavoratori vittime degli infortuni sul lavoro e quelli che sono morti per salvare i boschi dagli incendi o quelli che respirano amianto ogni volta che riparano una condotta di distribuzione dell’acqua.

Care compagne e cari compagni, il lavoro Agro-alimentare-ambientale della Sicilia porta in sé tutte queste storie, che assumono una valenza collettiva nel momento in cui più di cinquantamila siciliani decidono di iscriversi alla Flai e alla Cgil, riponendo nell’organizzazione sindacale la speranza di avere il sogno di un futuro migliore, di avere nel presente la certezza di lottare per i diritti e contrastare gli incubi del passato che ancora tutti i giorni assalgono il mondo del lavoro.

Questa è “LA NOSTRA FLAI”, questo è ciò che ho costruito in tutti questi anni di responsabilità nella Flai siciliana e prima ancora nella Cgil di Palermo, nella Federbraccianti di Palermo e nella Camera del lavoro di Bagheria. Forte di questa esperienza e di questa ricchezza mi sono rimesso in discussione accettando la proposta di contribuire alla realizzazione di una Flai nazionale più forte e più vicina alle lavoratrici e ai lavoratori del settore.

A tutti voi chiedo di continuare con il nuovo segretario generale della Flai siciliana il percorso di rilancio e di rinnovamento.

Da poche settimane abbiamo concluso la Conferenza d’Organizzazione, fissando gli obiettivi e gli strumenti di questo rinnovamento. Adesso bisogna essere coerenti facendo scelte politiche e organizzative che non favoriscano più posizioni di rendita a favore di gruppi dirigenti che non si “sporcano le mani” con l’attività sindacale fatta con i lavoratori.

Il quadro politico internazionale e nazionale ci obbliga continuamente a misurarci con nuove sfide che rischiano di comprimere ulteriormente i diritti e di annullare le identità sociali. Quello regionale, invece, ci vede impegnati nell’affermazione di un percorso di riconquista di spazi sociali e contrattuali mortificati almeno negli ultimi quindici anni.

Il sindacato esiste e vive solo se contratta e fa accordi che migliorano le condizioni di lavoro e di vita per le lavoratrici e i lavoratori e non se è solo autoreferenziale, o il semplice distaccamento di un ufficio fiscale o di disbrigo pratiche.

Per questo sono state importanti le Conferenze d’Organizzazione e il quadro politico nazionale e regionale attuale ci “costringe” a rinsaldare le fila e ad incrementare il rapporto politico con i lavoratori e con i disoccupati.

Compagne e compagni, avremo nei prossimi giorni modo di approfondire questi temi e di assumere le iniziative conseguenti. Oggi mi tocca accomiatarmi da voi come segretario generale della Flai siciliana e di darvi la certezza che l’attuale gruppo dirigente della Flai nazionale sarà in grado di dirigere la categoria nel migliore dei modi.

Adesso un grazie lo devo a tutte le compagne e a tutti i compagni di base che mi hanno aiutato in questi tre anni e ai coordinatori e ai segretari generali territoriali che hanno coerentemente contribuito alla scrittura della linea politica che abbiamo elaborato.

Un grazie anche ai compagni e alle compagne della Cgil siciliana che spesso mi hanno sostenuto e qualche volta hanno tentato di farmi vedere la realtà con una prospettiva diversa.

Un grazie alla Flai nazionale e al compagno Chiriaco, che mi ha aiutato ad essere autonomo e coerente all’interno di un confronto di idee e di responsabilità mai sopra le righe, e sempre all’interno della linea di rinnovamento della Flai che veniva decisa dagli organismi.

Un grazie, infine a Carmelo e Patrizia, che mi hanno sostenuto in questo percorso, anche se spesso ho messo a dura prova la loro pazienza ma sempre nel profondo rispetto dei ruoli e dell’essere come tanti altri non semplici dipendenti o collaboratori della Flai, ma compagni che svolgono un ruolo essenziale per l’organizzazione.

Infine, un grazie alle compagne e ai compagni della Segreteria che in questi tre anni hanno creduto di mettersi alla prova, con coraggio, per modificare una realtà, per dare alla categoria una identità e una visibilità confacente al ruolo che il settore ha nella nostra regione.

Non tutte le compagne e i compagni della Flai siciliana hanno creduto alla possibilità che la Flai possa svolgere un ruolo di cambiamento reale delle condizioni del lavoro dipendente e dei disoccupati e ad essi non posso dire altro che alla nostra categoria non servono sindacalisti o presunti tali, convinti che il sindacato siano loro.

La proposta che i centri regolatori si apprestano ad avanzare, sono certo, risponderà alle necessità della categoria e il segretario generale che sarà eletto condurrà la Flai e il suo rinnovato gruppo dirigente nel solco della linea politica tracciata in questi ultimi anni.

Buon lavoro a tutti voi e a tutti noi. 

 

 

                                                                           Salvatore Lo Balbo