Compagne
e compagni,
arriviamo
a questo nostro 3° congresso provinciale, dopo aver effettuato le assemblee di
base in tutte le nostre leghe ed in molti posti di lavoro.
Abbiamo
esposto con pari dignità le due mozioni
“Diritti
lavoro in Italia ed in Europa” e
“Lavoro Società Cambiare rotta”.
Dal dibattito che si è sviluppato sono emersi, oltre ad una ampia adesione alla tesi nella quale io mi ritrovo, il cui primo firmatario è il compagno Sergio Cofferati, anche problemi di carattere generale e locale che impegneranno, per i prossimi quattro anni, la nostra categoria ed il gruppo dirigente che da questo congresso sarà eletto.
Abbiamo
spiegato le differenze strategiche che ci dividono pur nell’unità
e con un unico
obiettivo:
La Difesa Delle Lavoratrici
e Dei Lavoratori Che Noi Rappresentiamo.
Ci
siamo accapigliati sui regolamenti congressuali, abbiamo quasi litigato per un
voto in più o in meno, sottovalutando, nel frattempo, che la storia, gli eventi
ci hanno superato.
A partire dai barbari attentati terroristici che hanno colpito gli Stati Uniti D’America. Tali atti hanno cambiato il corso della storia segnando una profonda lacerazione tra i popoli.
Da
una parte quelli in cui i valori della democrazia e della libertà sono al
centro della loro cultura e dall’altra quelli che non si riconoscono in valori
importanti come questi o, cosa ancora più grave, che non hanno il rispetto
della vita umana.
Noi
della Flai di Trapani, all’indomani del vile attentato, abbiamo condannato con
forza, in un documento i fatti accaduti ed abbiamo condiviso che i colpevoli
vanno perseguiti e puniti, ma non ci schiereremo mai con quanti spingono verso
una condanna incondizionata dei popoli dell’Islam e con quanti compiono atti
di intolleranza indiscriminata.
Noi Reputiamo Fuori Del Mondo Chi Pensa Che
Culture Diverse Da Quelle Occidentali Debbano Essere Considerate Inferiori.
Allo
stesso tempo, auspichiamo che la guerra scatenata da questi atti terroristici
possa terminare presto e che possano trionfare i valori della solidarietà e
della difesa dei diritti umani, che sono e debbono essere dentro il nostro pensare
comune di compagni della CGIL.
Ci auguriamo inoltre, che questi valori tornino ad essere al centro del dibattito quotidiano della CGIL trapanese, in quando ultimamente, a mio avviso, la nostra CGIL, in qualche caso ha perso la strada maestra.
Strada maestra che deve portarci a difendere le classi più deboli di questa società che sono i disoccupati, i precari, gli emarginati, gli handicappati, il tutto in funzione di una sollecitazione che indirizzi sempre di più verso una società multietnica.
Anche
se ci rendiamo conto che è difficile fare sindacato in provincia di Trapani, in
una realtà come la nostra dove tutto è precario, dove ancora le infiltrazioni
mafiose sono forti e molto presenti, abbiamo l’obbligo, il dovere morale di
provarci e di insistere; alla fine certamente i risultati verranno.
Di
questo ne sono certo: “Il Lavoro Alla Lunga Paga”.
Compagni,
ce la faremo se tutti comprendiamo che bisogna cambiare il nostro modo di fare
sindacato; stando meno seduti dietro le scrivanie e più fra la gente, tra i
lavoratori andando a trovarli in ogni posto di lavoro.
E’
necessaria una più attenta analisi del territorio, per andare a scovare tutte
quelle miriadi di nuove aziende che quotidianamente sorgono.
Per ciò che riguarda la politica italiana, il Centro Sinistra, ha consegnato al Governo di Centro Destra, presieduto dal Cavaliere Berlusconi, un Paese con una sua autonomia ed una sua dignità.
Valori questi che erano riconosciuti sia in Europa che nel mondo.
Oggi invece, per far parte degli ultimi vertici abbiamo dovuto faticare molto e commettere anche qualche atto di “sudditanza” che Governi come il nostro non dovrebbero mai compiere.
Allo stesso tempo il Governo Nazionale sta compiendo atti, sollecitati da CONFINDUSTRIA, che vanno verso la perdita di diritti che, anni di lotta e di iniziative sindacali avevano conquistato.
Iniziative e lotte che hanno visto protagonisti uomini e donne appartenenti a questa categoria che hanno combattuto anche a costo della perdita della propria vita.
La
Legge Delega che il Governo ha chiesto, che riguarda il mercato del lavoro,
mette in discussione l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori (legge 300)
dando così piena libertà di licenziamento alle aziende o costringendo i
lavoratori a cedere ai loro “ricatti”.
Questo avviene in una condizione in cui le mortificazioni i soprusi che loro subiscono sono già molto forti.
Allo stesso tempo si vuole mettere in soffitta la concertazione, strumento che ha permesso all’Italia di poter risanare il proprio Bilancio e che ci ha consentito di poter entrare in Europa.
In alternativa si propone, quale strumento negoziale, “una mezza consultazione”.
Ciò significa che il Governo chiama le Organizzazioni Sindacali, gli propone la sua idea e poi, senza che questi possano esprimere un giudizio di merito, la riforma viene attuata.
Quale
ruolo può svolgere il sindacato preventivamente in difesa dei lavoratori?
Allo stesso tempo il Governo propone di togliere i due livelli di contrattazione, in modo particolare quello nazionale che garantisce regole generali e che fa da paracadute nel garantire diritti fondamentali ai nostri lavoratori.
Questo svantaggerebbe enormemente, in modo particolare, i nostri lavoratori del sud, e non potrebbe certamente garantire un adeguato salario ed uguali diritti.
Il
Sindacato tutto e la CGIL in particolare dice un forte NO alla modifica
dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori come dice NO alla modifica della
contrattazione.
Ci batteremo con tutte le
nostre forze per evitare che ciò avvenga.
Di questo lavoratori ne siate certi
Non
voglio dilungarmi ancora di più nel parlare di quello che succede a livello
politico Italiano, in quanto, gli interventi autorevoli dei nostri dirigenti
nazionali e regionali potranno approfondire, meglio di me, gli argomenti.
Quando
nel novembre del 1997 i compagni del Comitato Direttivo della Flai di Trapani mi
hanno affidato, all’unanimità, il compito di dirigere questa categoria mi
sono sentito pieno di orgoglio, ma allo stesso tempo un po’ spaventato per ciò
che la storia sindacale di questa categoria ha rappresentato per tutta la CGIL.
Ero stato scelto per dirigere la Flai, la più grande categoria degli attivi della CGIL, avevo ereditato una categoria viva radicata nel territorio, ma solo attenta ai problemi del mondo dei finanziamenti pubblici (Forestale, Consorzio di Bonifica, Esa) e poco incisiva e presente nelle aziende agro-alimentari.
Il
lavoro fin qua svolto ci ha portato ad essere presenti in molte aziende
agro-alimentari, in molte cantine sociali e anche in aziende agricole.
Tutto
ciò è potuto avvenire grazie anche a quanti mi hanno collaborato nella mia
direzione ed in modo particolare devo fare un encomio ed un ringraziamento al
compagno Pino Vinci che per la sua storia e per la sua vecchia militanza in
questa Organizzazione ha fatto da balia a quanti come me si sono affacciati in
questo sindacato in secondo tempo, trovando sempre con la sua semplicità parole
di mediazione e di sprono nei momenti, e per fortuna pochi, di stanchezza.
In
questi anni abbiamo cercato, e devo dire con qualche ingiustificata critica di
troppo per le cose che successivamente dirò, di modificare il nostro modo di
essere sindacato all’interno della CGIL trapanese cercando di far passare una
parola d’ordine:<<AZIENDALIZZAZIONE>>.
Per
fortuna in molti casi abbiamo trovato compagni pronti ad aiutarci nel nostro
lavoro, ma in altri casi riscontriamo poca volontà di fare SINDACATO
come lo statuto della nostre Organizzazione prevede; e guarda caso le
critiche provengono proprio da queste ultime strutture.
Noi
siamo pienamente convinti che l’assistenza è un pezzo importante della vita
della nostra Organizzazione sia per ciò che riguarda le esigenze dei nostri
iscritti, ma anche per ciò che riguarda le risorse economiche.
Non
a caso abbiamo puntato ingenti risorse, sia umane che economiche, sulla
costituzione dell’ALPA che sempre di più si va professionalizzando così da
garantire la rappresentatività delle così dette “figure miste” che
rischiavano di essere tutelate da altre Organizzazioni.
A
nostro avviso però, è necessario trovare un sistema, un modello organizzativo
più adeguato che liberi dalle carte i nostri compagni delle leghe e che
permetta loro di fare sindacato dalle sette del mattino alle quattro del
pomeriggio piuttosto che dalle diciassette alle ventuno e certe volte anche
oltre.
Compagni,
noi siamo la Flai!
La
Flai è il sindacato dell’agro-industria!
Bisogna
Cambiare!
A
tredici anni dalle costituzione della Flai mantenere un assetto organizzativo
della nostra categoria legato ancora alla disoccupazione agricola è fuori dai
tempi.
Noi
siamo sostenitori del fatto che al più presto avvenga il pagamento diretto
della D.S. Agricola da parte dell’INPS.
L’istituto
che riscuote i contributi ed eroga le prestazioni, a nostro avviso deve da
subito adeguarsi a questo sistema.
Certamente
i cambiamenti sono difficili da recepire, lasciare il certo per l’incerto è
cosa rischiosa, ma io credo che l’esperienza che ne verrà fuori sarà utile
ed affascinante.
Bisogna
pensare in maniera diversa, compagni, parole come qualità
alimentare, capacità di produrre, conquista dei mercati europei ed
extraeuropei, rispetto dell’ambiente devono e
dovranno essere linguaggio comune dei dirigenti, dei militanti, degli
attivisti di questa Organizzazione.
I
cambiamenti di direzione politica avvenuti con Franco Chiriaco, a livello
Nazionale, ed Italo Tripi a livello regionale spingono verso questa direzione.
Quando
Italo al Convegno regionale di Catania introdusse per la prima volta questi temi
i compagni della Flai si trovarono spiazzati, ma dopo attenta riflessione e
sostenuti anche dalle iniziative dalla Flai Nazionale sono diventati un parlar
comune di noi dirigenti.
Mi
auguro che tutto ciò diventi un patrimonio della CGIL tutta, anche se, per amor
di verità, noto che la Confederazione a tutti i livelli, stenta molto a
recepirli.
A nostro avviso è necessario fare il salto di qualità nell’azione del nostro sindacato puntando sicuramente su un agro-alimentare di qualità come risorsa per un nuovo sviluppo eco-compatibile.
Si
tratta semplicemente di cogliere tutte quelle potenzialità esistenti nel nostro
territorio, mettendo a punto una strategia che si ponga l’obiettivo di creare
occupazione, tutelare l’ambiente, difendere gli interessi dei consumatori.
La
provincia di Trapani risponde a tutto ciò.
Trapani,
può essere considerata il nord est italiano in quanto vi hanno trovato
collocazione e stanno per sorgere molte piccole imprese del nostro settore.
Vi
è una economia che, contrariamente
a quello che viene fatto credere, ha una sua grande produttività e ricchezza
economica.
Non
si tratta di inventare un nuovo modello di sviluppo, ma semplicemente guardarsi
attorno, analizzare le numerose iniziative che nascono e che crescono
contraddicendo invece, quel il muro del
pianto delle
Organizzazioni Datoriali che basano le loro manifestazioni solo su
rivendicazioni assistenziali.
Per
il sindacato si tratta di capire che, dietro le tante D.S. agricole, ci sono
uomini e donne che da noi aspettano risposte e che chiedono qualcosa in più
della semplice assistenza che ogni giorno noi offriamo e che comunque dobbiamo
continuare ad offrire con molta professionalità e spirito di abnegazione.
Sono
proprio loro che possono condurci nei loro posti di lavoro, seguendo il percorso
all’indietro, come i gamberi; dandoci così l’opportunità di raggiungere il
nostro primario obiettivo: farci scoprire dove sono le aziende, e le fabbriche
per sindacalizzare i lavoratori.
Bene
ha fatto Franco Chiriaco a presentare un progetto che prevede la trasformazione
della Flai in un sindacato del territorio
dove la sicurezza alimentare, la difesa del suolo, dello sviluppo rurale,
sono punti strategici della nostra iniziativa.
Calandoci
ancora di più nella nostra realtà e provando brevemente a fare un resoconto
delle cose che sono state fatte dalla Flai, o unitariamente con Fai ed Uila, ci
accorgiamo che sono state gettate le basi per poter sviluppare nei prossimi
quattro anni politiche di sviluppo, dando così risposta occupazionale per il
nostro territorio e per i lavoratori che noi rappresentiamo.
Tanti
sono i traguardi raggiunti:
ü
la partecipazione alla stesura e poi la firma sul protocollo d’intesa
del patto territoriale per l’agricoltura e pesca. E’ stato già firmato il
decreto di finanziamento e presto le aziende, che hanno presentato i progetti,
avranno a disposizione le somme per iniziare i lavori facendo le dovute
assunzioni;
ü
la firma dopo diciotto
anni del nuovo contratto integrativo locale della pesca di Mazara del Vallo;
ü
il rinnovo del contratto
provinciale degli operai agricoli e florovivaisti;
ü
tavoli di confronto e di
vertenzialità con l’Ispettorato forestale e la Riserva dello Zingaro sul
mantenimento dell’occupazione e sull’applicazione del decreto 626/94
(sicurezza sul posto di lavoro);
ü
la costituzione dei
comitati paritetici sulla 626/94, sia nel settore agricolo che in quello
forestale;
ü
la creazione del Fimiac
(Fondo Integrativo Malattia infortuni) per il settore agricolo e florovivaistico.
Tutto questo, come certamente intuite, apre uno scenario per il futuro che, insieme alle linea guida precedentemente tracciate, possono far lavorare per i prossimi quattro anni il gruppo dirigente che uscirà da questo congresso.
La
nostra provincia ha solo un handicap; quello della posizione geografica:siamo
lontani dai grandi mercati!
Noi
auspichiamo che, insieme alla nostra Confederazione e con l’aiuto di CISL ed
UIL, si possano programmare iniziative che abbiano come tema centrale lo
sviluppo di questo territorio partendo dal potenziamento delle infrastrutture
(porti, aeroporti ecc.).
Certamente
non partiamo dall’anno zero, però quello fatto fino ad oggi non basta.
Allo
stesso tempo scontiamo il fatto che molti imprenditori continuano nella cultura
antica ed obsoleta a fare aziende con i soldi pubblici. Per fortuna questi
diventano sempre meno, e sono sempre di più coloro i quali investono con buoni
risultati.
I
vini e gli olii prodotti nelle nostra provincia conquistano premi a tutti i
livelli e sempre di più riscuotono successi nei mercati nazionali ed
internazionali.
Noi
siamo convinti che bisogna puntare sempre di più ad un’agricoltura di qualità
in quanto, sulla quantità, saremmo dei perdenti perché non possiamo competere
con le popolazioni del nord d’Africa dove la manodopera costa pochissimo.
Puntare
alla qualità, per noi della Flai, deve significare anche tenere conto dei
consumatori.
In
questo quadro è necessario rivedere le politiche sull’uso dei fitofarmaci,
degli antiparassitari e dei diserbanti arrivando alla loro diminuzione per poi
eliminarli del tutto.
La nostra deve essere la politica “ Dai
Campi Alla Tavola”.
Dobbiamo
stare attenti a tutti gli ingranaggi della catena alimentare, compresa la
produzione dei mangimi, la produzione primaria, la lavorazione degli alimenti,
la conservazione nei magazzini, la logistica, il trasporto e la vendita.
Sono
necessarie etichette più chiare e veritiere che stabiliscano oltre al contenuto
dell’alimento anche la provenienza.
Allo
stesso tempo siamo sostenitori di un modello di produzione basato sui “Prodotti
Tipici”.
Tutto
ciò, a nostro avviso, può consentire alla nostra agricoltura di fare quel
salto di qualità che tutti auspichiamo.
Anche
nel settore dell’ambiente e dei lavoratori forestali pur avendo fatto tanto
dobbiamo fare di più.
La
legge 16/96 con tutti i difetti che vi si possono riscontrare, una cosa ha
sicuramente dato ai lavoratori: “la
dignità di essere considerati tali e liberi”.
Non
subire il ricatto, la pressione, la mortificazione di mendicare la
“richiesta”, è a nostro avviso una grande conquista.
Se
tutto ciò aveva un senso in un determinato momento storico e politico oggi, a
mio avviso, i tempi sono maturi per chiedere di più.
Io
credo non vadano dimenticati i contenuti della piattaforma dello sciopero
generale del 2 marzo, che ha visto in piazza migliaia di lavoratori del settore
agro-industria ed anche molti lavoratori forestali.
Pertanto
voglio riportare, in questa mia relazione, il pezzo della piattaforma che
riguardava il settore:
<<superare
l’approccio assistenziale con il quale viene affrontato il tema della
forestale dal Governo Regionale e dai partiti politici. Fai-Flai-Uila chiedono
unicità e decentramento dell’organizzazione del lavoro, separazione chiara
dei compiti della direzione foreste e dell’azienda foreste, certezza dei
finanziamenti poliennali, programmazione dei lavori e loro immediato inizio,
allargamento della superficie boscata, mobilitazione di tutte le risorse
disponibili pubbliche e private per una politica della difesa e dell’uso del
territorio e dell’ambiente che favorisca l’affermarsi di una economia verde
in grado di dare una risposta alla forte richiesta di lavoro che si scarica oggi
sulla forestazione siciliana, tutelando ed estendendo il bosco>>.
Come vi renderete conto, cari lavoratori, qui si possono sviluppare tutti quei progetti di cui abbiamo discusso nelle nostre assemblee di base e ciò che voi lavoratori del settore ci sollecitate:
La Stabilizzazione
Occupazionale.
Però
tutto ciò passa attraverso una forestale che rispetti il <<ciclo
biologico del bosco>> ed un <<bosco
produttivo>>.
L’articolo 14 della legge n° 16 fa al caso nostro per far diventare la forestale siciliana produttiva.
Io
credo, che se facciamo ciò, non si parlerà più di lavoratori assistiti, ma di
lavoratori che tutelano l’ambiente e fanno un’opera meritevole per la
collettività anche per ciò che riguarda gli aspetti idrogeologici del
territorio.
Noi
della Flai crediamo che sia arrivato il tempo di sedersi attorno ad un tavolo
per costruire una proposta, piena di contenuti.
Ciò
è necessario per dare risposte certe ai tanti forestali iscritti alla nostra
Organizzazione.
Per
far comprendere meglio cosa noi intendiamo per forestale produttiva voglio
portare un esempio.
La
Riserva dello Zingaro spende per opere circa 2.800 milioni l’anno di
finanziamenti pubblici.
Quest’anno,
per la prima volta, è stato pagato un biglietto e nonostante la già nota frana
che ha impedito per un lungo periodo dell’anno l’accesso dal lato San Vito,
ha incassato 500 milioni.
Dove
vuole arrivare questo mio esempio? Al fatto che all’interno dei nostri boschi
esistono molte belle aree attrezzate ed altre potrebbero essere create.
Esse
sono meta ogni anno di migliaia di persone, esistono rifugi chiusi, potrebbero
venire aperti ed avere così un turismo ambientale creando anche dei posti di
ristoro o dei posti letto.
Vi
sembra utopia tutto ciò?
Provate
a farvi un giro in altre regioni dell’Italia e vedrete che quello che oggi
sembra un sogno in altri posti è già realtà.
Questi
sono i contenuti che possono portare ad una stabilizzazione della manodopera
forestale, e mai invece, si possono realizzare le cose che abbiamo letto sui
giornali dichiarati dal nostro Assessore all’Agricoltura e Foreste, il quale
tutto potrebbe fare tranne che il politico. A maggior ragione s’é
disinformato.
E’
riuscito però nel suo intento, quello di mettere in fibrillazione una
categoria.
Ai
lavoratori non erano bastate le tante promesse ricevute in campagna elettorale.
Compagni, lavoratori
forestali, noi siamo convinti che ci possono essere risposte certe solo se
insieme sosterremo questo tipo di progetto appoggiando il Sindacato Unitario di
Flai Fai ed Uila.
Certamente,
non posso dimenticare di parlare dell’ESA in questa carrellata.
Noi
siamo sempre convinti che è necessaria una riforma dell’Ente per adeguarlo
sempre di più alle nuove esigenze dell’agricoltura e dell’ambiente, ma
quest’anno, lasciatemelo dire con orgoglio, abbiamo ottenuto un grande
risultato.
Risultato
che è stata una conquista voluta fortemente dalla Flai-Cgil e del compagno
Franco Gioia in particolare.
Siamo
riusciti a rompere quel muro delle 101 e delle 151 giornate.
Quest’anno i lavoratori potranno fare giornate in più rispetto a quelle previste dalla legge che regola il settore.
Tutto
ciò è frutto, non solo della volontà del sindacato, ma principalmente dei
lavoratori che, nonostante le critiche o qualche delusione, sono stati sempre
con noi iscritti al sindacato e pronti a combattere.
Credo
che, non ci possa essere miglior riconoscimento, per il compagno Totò Giliberti,
il quale tanto ha dato a questo settore ed alla nostra Organizzazione. Con
questo risultato la Flai oggi si onora di salutarlo, certa che tanto avrà
ancora da dare al Sindacato Pensionati.
Questo
deve essere di monito a tanti lavoratori forestali che spesso abbagliati dalle
facili promesse di qualche sindacato autonomo si fanno prendere la mano.
Lavoratori
forestali, molti sindacati autonomi abbiamo visto transitare nel nostro settore,
ma come vi renderete conto: essi sono solo delle meteore.
Arrivano
promettono e poi scompaiono. Noi del
sindacato Unitario di Flai, Fai ed Uila c’eravamo ieri ci siamo oggi ci saremo
domani al di là da chi dirige le nostre categorie.
Pertanto,
bisogna credere poco alla facile promessa, ma è necessario stare insieme
prendendo coscienza del proprio ruolo e della propria forza.
Io sono convinto che se questo messaggio arriverà forte, ed il “tam tam forestale” ha sempre funzionato molto veloce, possiamo fare ancora molto e di più.
Per
continuare a parlare di precariato pubblico una riflessione va fatta anche
sull’organizzazione del Consorzio di Bonifica.
Bisogna
che, al più presto ai Consorzi, venga riconosciuta la legittimità degli
interventi nelle opere di difesa idraulica artificiale di competenza di più
Enti.
Recepire
o applicare le norme legislative nazionali e regionali (183/87, 36/95, 45/95)
per consentire il superamento della gestione commissariale, una migliore
efficienza dei servizi, una corretta riorganizzazione del lavoro, una maggiore
tutela dei diritti dei lavoratori attraverso l’applicazione delle norme
contrattuali e dei POV e dei piani di riqualificazione.
Altri
settori abbiamo aggredito in questo ultimo anno quale quello della pesca ed in
particolare di Mazara del Vallo.
Abbiamo
riportato, io credo, un grande risultato: nel rinnovare il Contratto
Integrativo Locale di Mazara del Vallo, ma lì scontiamo anni di
ritardi, di superficialità nostre e dei politici locali che hanno sempre
sostenuto che la Regione Siciliana varasse leggi imperniate sull’assistenza.
Si
è puntato più all’assistenza
che ad un vero sviluppo del settore.
A nostro avviso è necessario, prima di tutto, fare capire ai pescatori che c’è differenza tra la politica delle Associazioni degli Armatori e quella delle Organizzazioni Sindacali.
“Su questo punto siamo all’anno zero”
Noi,
insieme a Fai ed Uila, ci stiamo provando.
Prima
cosa abbiamo assunto la responsabilità a livello provinciale evitando gli
errori del passato in cui tutto si fermava a livello locale.
Solo
per questo motivo possiamo vantarci di aver firmato il Contratto Integrativo
della pesca di Mazara del Vallo.
Però,
sono anche convinto che, aver firmato il contratto, non basta a farci affermare
che oggi rappresentiamo i pescatori di Mazara del Vallo.
Sono
altre le cose che ci possono accreditare e farci riappropriare del nostro ruolo.
Ritengo
necessaria una maggiore presenza di qualche compagno che si occupi
specificatamente del settore, che segua le politiche, che riconquisti il
rapporto con i pescatori, che la mattina faccia un giro nelle banchine del
porto, insomma diventi un loro amico e che
conosca fino in fondo la categoria.
Noi
siamo disposti ad investire, ma certamente da soli non siamo in grado di
sostenere i costi.
Caro
Italo, è necessario per realizzare ciò, un sostegno, un aiuto economico, un
progetto.
Sono
convinto che, se ciò avverrà, possiamo crescere la nostra rappresentanza e
possiamo contribuire allo sviluppo di questo settore.
Per
quanto riguarda il rilancio del settore pesca bisogna fare dell’altro, invece
di continuare a chiedere la solita assistenza.
A
nostro avviso è necessario, prima di tutto, la nascita di un mercato ittico
all’ingrosso.
E’
vergognoso che una marineria che conta circa 300 pescherecci con stazza media,
che va oltre 120 tonnellate e con circa 700 addetti, non abbia un “mercato”.
Inoltre,
la creazione della struttura, serve a rendere più trasparenti i profitti che
oggi sono solo controllati dall’armatore (nonostante il contratto sia alla
parte) ed i pescatori difficilmente possono valutare a quanto ammonta il valore
economico del loro pescato.
Noi
siamo convinti che per avere più presa sui pescatori dopo il contratto è
necessario una modifica alla legge che regola il pagamento dei contributi
previdenziali.
Come già hanno fatto i colleghi di Fai ed Uila nei loro congressi, anche noi vogliamo lanciare un appello alla nostra Segreteria Nazionale.
La
legge permette, agli armatori, di pagare i contributi sempre sul minimo
nazionale garantito, a prescindere dall’effettiva retribuzione del pescatore.
E’
necessario che la Segreteria Nazionale si impegni a sollecitare una modifica
alla legge attuale, come già è avvenuto nel settore dell’agricoltura: se la
retribuzione del marittimo supera il minimo nazionale garantito, i contributi
previdenziali debbono essere pagati sull’effettivo reddito del lavoratore.
Questo ci aiuterebbe molto nel nostro lavoro ed allo stesso tempo permetterebbe ai pescatori, che noi rappresentiamo, di garantirsi una vecchiaia più sicura e tranquilla.
Maggiore
trasparenza, minore evasione contributiva è ciò che abbiamo cercato di
applicare per combattere il grande fenomeno del lavoro nero e sottopagato.
Grande
lavoro abbiamo fatto in questa direzione insieme alla Fai ed alla Uila e, devo
dire per onestà intellettuale, in qualche caso anche con l’equilibrata
collaborazione dei sindacati dei datori di lavoro.
I
dati fornitici dall’INPS regionale e dall’Ispettorato del lavoro fanno
attestare la provincia di Trapani fra quelle che in questo campo hanno fatto di
più.
Ma
se ciò da un lato ci riempie di orgoglio e soddisfazione, dall’altro lato
deve servire da sprone per fare ancora meglio e di più.
Abbiamo
creato tavoli di confronto a tutti i livelli, sollecitando le istituzioni a fare
di più e meglio il proprio dovere.
Oggi
chiediamo loro di puntare sulla qualità rispetto alla quantità di lavoro
svolto.
E’
necessario mettere a confronto i dati dell’INPS, dell’ufficio I.V.A., della
Camera del Commercio e dell’Ispettorato Agrario.
Abbiamo chiesto di partire dal controllo delle grandi aziende, con ispezioni mirate.
A
nostro avviso non serve elevare le sanzioni a chi dimentica di consegnare un
semplice foglio di carta, ma bisogna colpire coloro i quali fanno vera evasione
contributiva.
In
questa Provincia le aziende che evadono i contributi e che non rispettano le
leggi dello Stato sono tante.
Abbiamo
anche dovuto rintuzzare gli attacchi del Presidente della Provincia che
dichiarava che era giusto che durante le grandi campagne di raccolta (vendemmia
e olive) non si versassero le relative giornate lavorative.
Il lavoro svolto, in quel determinato periodo, secondo il Presidente Giulia Adamo, non è lavoro.
E’
doveroso chiedersi in quale altra occasione il lavoratore potrà godere di tale
“BENEFICIO”?
Abbiamo
siglato il contratto provinciale dei
lavoratori agricoli e Florovivaisti dove abbiamo previsto anche le
assunzioni in convenzione.
Questo,
a nostro avviso, è un grande strumento di miglioramento per le aziende, per i
lavoratori e per il sindacato.
Poiché
permette a più aziende, stando insieme, di evitare i licenziamenti e le
assunzioni e così rischiare meno di sbagliare, per il lavoratore conoscere fin
dai primi dell’anno il numero delle giornate lavorate e per il sindacato
penetrare all’interno dell’azienda.
Noi
crediamo ormai che, è arrivato il tempo che la Flai con tutta la CGIL a tutti i
livelli, si attesti la battaglia della riforma degli ammortizzatori sociali e
della disoccupazione agricola in particolare.
Ciò
è necessario per due diversi motivi:
ü
dare un’altra spallata alla lotta al lavoro nero e quindi togliere quel
tacito accordo tra azienda e lavoratore (ti colloco mi bastano 51-101-151 gg.ll.);
ü
adeguare il turno delle 51 gg.ll. alle nuove disposizioni Nazionali in
itinere (le famose 78 gg.ll.) dando così una risposta ai lavoratori forestali “dell’articolo
49” in base all’impegno che abbiamo fatto sottoscrivere all’Azienda
Regionale delle foreste.
Non
possiamo certo dimenticare nella nostra attività, che vi è una nuova realtà
di lavoratori che oggi in molti casi vivono ai margini della società.
Non
a caso, a questo nostro Congresso abbiamo delegato anche lavoratori
extracomunitari, nel rispetto del pluralismo nel quale noi crediamo .Anch’essi
sono lavoratori.
Abbiamo l’obbligo di rispondere anche a loro se vogliamo essere una categoria che tenga conto delle cose espresse precedentemente.
Esistono
ancora lavoratori che sono costretti a dormire in stalle o ammucchiati in una
sola stanza con pochi servizi igienici, con delle retribuzioni al di sotto dei
contratti, con la sola eccezione di Mazara del Vallo, laddove esiste una comunità
bene integrata con la città.
E’
dovere primario della nostra Organizzazione fare in modo che tutto ciò non
debba accadere, prima di ogni cosa nel rispetto della persona.
Abbiamo
parlato di sviluppo, di lotta al lavoro nero, di un sindacato aperto a tutti,
lotta per l’affermazione dei diritti e per la difesa delle classi più deboli
di questa società; ma non possiamo certo dimenticare che ogni giorno molti
lavoratori subiscono un infortunio o, cosa ancora più grave, perdono la loro
vita.
LA CULTURA DELLA
SICUREZZA NEI POSTI DI LAVORO NON E’ STATA RECEPITA
La
Flai in questo periodo, insieme a Fai ed Uila, si è impegnata in questa
direzione, partendo dalla costituzione dei comitati paritetici ed eleggendo i
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza in molte aziende.
Dobbiamo
programmare una campagna di sensibilizzazione prima e di denuncia dopo, perché
non vogliamo limitarci a prendere posizioni con documenti di condanna dopo che i
tristi fatti sono già avvenuti.
Ogni
lavoratore ha il diritto di partire da casa e di ritornarci sano perché
l’indomani lo aspetta un’altra dura e faticosa giornata di lavoro e noi
abbiamo, se vogliamo essere un grande sindacato, il
dovere di tutelarlo.
Compagni,
possiamo sviluppare un grande lavoro di aggregazione e proselitismo non
dimenticando mai chi siamo e qual è la nostra storia.
Noi
della Flai, abbiamo tutte le potenzialità, le caratteristiche, le capacità, e
soprattutto la volontà di realizzare gli obiettivi fin qui tracciati.
In
quanto le compagne ed i compagni che giorno per giorno si impegnano, lavorano in
questa categoria, senza voler peccare di presunzione, non sono secondi a
nessuno.
E’ necessario,
però ritrovare nella CGIL trapanese un clima di grande distensione e maggiore
pluralismo, ma soprattutto non dobbiamo mollare.
Il
non mollare deve essere una nostra caratteristica, la nostra arma vincente.
Vi
ringrazio compagni, lavoratori ed iscritti alla Flai per l’esperienza
fantastica che mi avete fatto vivere in questi anni di direzione e spero che, il
nuovo gruppo dirigente, possa continuare nella strada appena tracciata e
costruire insieme a tutti voi una categoria ancora più grande dando più forza
ai lavoratori ed ai più indifesi.
Se
realizzeremo tutto ciò, diventa più facile scavare in noi stessi e trovare la
verità, la forza, le ragioni per conquistare insieme e nell’unità sindacale,
gli obiettivi per l’emancipazione dei nostri lavoratori.
Grazie
e buon lavoro