Compagne e compagni,

arriviamo a questo nostro 3° congresso provinciale, dopo aver effettuato le assemblee di base in tutte le nostre leghe ed in molti posti di lavoro.

Abbiamo esposto con pari dignità le due mozioni “Diritti lavoro in Italia ed in Europa” e “Lavoro Società Cambiare rotta”.

Dal dibattito che si è sviluppato sono emersi, oltre ad una ampia adesione alla tesi nella quale io mi ritrovo, il cui primo firmatario è il compagno Sergio Cofferati, anche problemi di carattere generale e locale che impegneranno, per i prossimi quattro anni, la nostra categoria ed il gruppo dirigente che da questo congresso sarà eletto.

Abbiamo spiegato le differenze strategiche che ci dividono pur nell’unità e con un unico obiettivo:

La Difesa Delle Lavoratrici  e Dei Lavoratori Che Noi Rappresentiamo.

Ci siamo accapigliati sui regolamenti congressuali, abbiamo quasi litigato per un voto in più o in meno, sottovalutando, nel frattempo, che la storia, gli eventi ci hanno superato.

A partire dai barbari attentati terroristici che hanno colpito gli Stati Uniti D’America. Tali atti hanno cambiato il corso della storia segnando una profonda lacerazione tra i popoli.

Da una parte quelli in cui i valori della democrazia e della libertà sono al centro della loro cultura e dall’altra quelli che non si riconoscono in valori importanti come questi o, cosa ancora più grave, che non hanno il rispetto della vita umana.

Noi della Flai di Trapani, all’indomani del vile attentato, abbiamo condannato con forza, in un documento i fatti accaduti ed abbiamo condiviso che i colpevoli vanno perseguiti e puniti, ma non ci schiereremo mai con quanti spingono verso una condanna incondizionata dei popoli dell’Islam e con quanti compiono atti di intolleranza indiscriminata.

Noi Reputiamo Fuori Del Mondo Chi Pensa Che Culture Diverse Da Quelle Occidentali Debbano Essere Considerate Inferiori.

Allo stesso tempo, auspichiamo che la guerra scatenata da questi atti terroristici possa terminare presto e che possano trionfare i valori della solidarietà e della difesa dei diritti umani, che sono e debbono essere dentro il nostro pensare comune di compagni della CGIL.

Ci auguriamo inoltre, che questi valori tornino ad essere al centro del dibattito quotidiano della CGIL trapanese, in quando ultimamente, a mio avviso, la nostra CGIL, in qualche caso ha perso la strada maestra.

Strada maestra che deve portarci a difendere le classi più deboli di questa società che sono i disoccupati, i precari, gli emarginati, gli handicappati, il tutto in funzione di una sollecitazione che indirizzi sempre di più verso una società multietnica.

Anche se ci rendiamo conto che è difficile fare sindacato in provincia di Trapani, in una realtà come la nostra dove tutto è precario, dove ancora le infiltrazioni mafiose sono forti e molto presenti, abbiamo l’obbligo, il dovere morale di provarci e di insistere; alla fine certamente i risultati verranno.

Di questo ne sono certo: “Il Lavoro Alla Lunga Paga”.

Compagni, ce la faremo se tutti comprendiamo che bisogna cambiare il nostro modo di fare sindacato; stando meno seduti dietro le scrivanie e più fra la gente, tra i lavoratori andando a trovarli in ogni posto di lavoro.

E’ necessaria una più attenta analisi del territorio, per andare a scovare tutte quelle miriadi di nuove aziende che quotidianamente sorgono.

Per ciò che riguarda la politica italiana, il Centro Sinistra, ha consegnato al Governo di Centro Destra, presieduto dal Cavaliere Berlusconi, un Paese con una sua autonomia ed una sua dignità.

Valori questi che erano riconosciuti sia in Europa che nel mondo.

Oggi invece, per far parte degli ultimi vertici abbiamo dovuto faticare molto e commettere anche qualche atto di “sudditanza” che Governi come il nostro non dovrebbero mai compiere.

Allo stesso tempo il Governo Nazionale sta compiendo atti, sollecitati da CONFINDUSTRIA, che vanno verso la perdita di diritti che, anni di lotta e di iniziative sindacali avevano conquistato.

Iniziative e lotte che hanno visto protagonisti uomini e donne appartenenti a questa categoria che hanno combattuto anche a costo della perdita della propria vita.

La Legge Delega che il Governo ha chiesto, che riguarda il mercato del lavoro, mette in discussione l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori (legge 300) dando così piena libertà di licenziamento alle aziende o costringendo i lavoratori a cedere ai loro “ricatti”.

Questo avviene in una condizione in cui le mortificazioni i soprusi che loro subiscono sono già molto forti.

Allo stesso tempo si vuole mettere in soffitta la concertazione, strumento che ha permesso all’Italia di poter risanare il proprio Bilancio e che ci ha consentito di poter entrare in Europa.

In alternativa si propone, quale strumento negoziale, una mezza consultazione”.

Ciò significa che il Governo chiama le Organizzazioni Sindacali, gli propone la sua idea e poi, senza che questi possano esprimere un giudizio di merito, la riforma viene attuata.

Quale ruolo può svolgere il sindacato preventivamente in difesa dei lavoratori?

Allo stesso tempo il Governo propone di togliere i due livelli di contrattazione, in modo particolare quello nazionale che garantisce regole generali e che fa da paracadute nel garantire diritti fondamentali ai nostri lavoratori.

Questo svantaggerebbe enormemente, in modo particolare, i nostri lavoratori del sud, e non potrebbe certamente garantire un adeguato salario ed uguali diritti.

Il Sindacato tutto e la CGIL in particolare dice un forte NO alla modifica dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori come dice NO alla modifica della contrattazione.

Ci batteremo con tutte le nostre forze per evitare che ciò avvenga.

Di questo lavoratori ne siate certi

Non voglio dilungarmi ancora di più nel parlare di quello che succede a livello politico Italiano, in quanto, gli interventi autorevoli dei nostri dirigenti nazionali e regionali potranno approfondire, meglio di me, gli argomenti.

Quando nel novembre del 1997 i compagni del Comitato Direttivo della Flai di Trapani mi hanno affidato, all’unanimità, il compito di dirigere questa categoria mi sono sentito pieno di orgoglio, ma allo stesso tempo un po’ spaventato per ciò che la storia sindacale di questa categoria ha rappresentato per tutta la CGIL.

Ero stato scelto per dirigere la Flai, la più grande categoria degli attivi della CGIL, avevo ereditato una categoria viva radicata nel territorio, ma solo attenta ai problemi del mondo dei finanziamenti pubblici (Forestale, Consorzio di Bonifica, Esa) e poco incisiva e presente nelle aziende agro-alimentari.

Il lavoro fin qua svolto ci ha portato ad essere presenti in molte aziende agro-alimentari, in molte cantine sociali e anche in aziende agricole.

Tutto ciò è potuto avvenire grazie anche a quanti mi hanno collaborato nella mia direzione ed in modo particolare devo fare un encomio ed un ringraziamento al compagno Pino Vinci che per la sua storia e per la sua vecchia militanza in questa Organizzazione ha fatto da balia a quanti come me si sono affacciati in questo sindacato in secondo tempo, trovando sempre con la sua semplicità parole di mediazione e di sprono nei momenti, e per fortuna pochi, di stanchezza.

In questi anni abbiamo cercato, e devo dire con qualche ingiustificata critica di troppo per le cose che successivamente dirò, di modificare il nostro modo di essere sindacato all’interno della CGIL trapanese cercando di far passare una parola d’ordine:<<AZIENDALIZZAZIONE>>.

Per fortuna in molti casi abbiamo trovato compagni pronti ad aiutarci nel nostro lavoro, ma in altri casi riscontriamo poca volontà di fare SINDACATO come lo statuto della nostre Organizzazione prevede; e guarda caso le critiche provengono proprio da queste ultime strutture.

Noi siamo pienamente convinti che l’assistenza è un pezzo importante della vita della nostra Organizzazione sia per ciò che riguarda le esigenze dei nostri iscritti, ma anche per ciò che riguarda le risorse economiche.

Non a caso abbiamo puntato ingenti risorse, sia umane che economiche, sulla costituzione dell’ALPA che sempre di più si va professionalizzando così da garantire la rappresentatività delle così dette “figure miste” che rischiavano di essere tutelate da altre Organizzazioni.

A nostro avviso però, è necessario trovare un sistema, un modello organizzativo più adeguato che liberi dalle carte i nostri compagni delle leghe e che permetta loro di fare sindacato dalle sette del mattino alle quattro del pomeriggio piuttosto che dalle diciassette alle ventuno e certe volte anche oltre.

Compagni, noi siamo la Flai!

La Flai è il sindacato dell’agro-industria!

Bisogna Cambiare!

A tredici anni dalle costituzione della Flai mantenere un assetto organizzativo della nostra categoria legato ancora alla disoccupazione agricola è fuori dai tempi.

Noi siamo sostenitori del fatto che al più presto avvenga il pagamento diretto della D.S. Agricola da parte dell’INPS.

L’istituto che riscuote i contributi ed eroga le prestazioni, a nostro avviso deve da subito adeguarsi a questo sistema.

Certamente i cambiamenti sono difficili da recepire, lasciare il certo per l’incerto è cosa rischiosa, ma io credo che l’esperienza che ne verrà fuori sarà utile ed affascinante.

Bisogna pensare in maniera diversa, compagni, parole come qualità alimentare, capacità di produrre, conquista dei mercati europei ed extraeuropei, rispetto dell’ambiente devono e dovranno essere linguaggio comune dei dirigenti, dei militanti, degli attivisti di questa Organizzazione.

I cambiamenti di direzione politica avvenuti con Franco Chiriaco, a livello Nazionale, ed Italo Tripi a livello regionale spingono verso questa direzione.

Quando Italo al Convegno regionale di Catania introdusse per la prima volta questi temi i compagni della Flai si trovarono spiazzati, ma dopo attenta riflessione e sostenuti anche dalle iniziative dalla Flai Nazionale sono diventati un parlar comune di noi dirigenti.

Mi auguro che tutto ciò diventi un patrimonio della CGIL tutta, anche se, per amor di verità, noto che la Confederazione a tutti i livelli, stenta molto a recepirli.

A nostro avviso è necessario fare il salto di qualità nell’azione del nostro sindacato puntando sicuramente su un agro-alimentare di qualità come risorsa per un nuovo sviluppo eco-compatibile.

Si tratta semplicemente di cogliere tutte quelle potenzialità esistenti nel nostro territorio, mettendo a punto una strategia che si ponga l’obiettivo di creare occupazione, tutelare l’ambiente, difendere gli interessi dei consumatori.

La provincia di Trapani risponde a tutto ciò.

Trapani, può essere considerata il nord est italiano in quanto vi hanno trovato collocazione e stanno per sorgere molte piccole imprese del nostro settore.

Vi è una economia che, contrariamente a quello che viene fatto credere, ha una sua grande produttività e ricchezza economica.

Non si tratta di inventare un nuovo modello di sviluppo, ma semplicemente guardarsi attorno, analizzare le numerose iniziative che nascono e che crescono contraddicendo invece, quel il muro del pianto delle Organizzazioni Datoriali che basano le loro manifestazioni solo su rivendicazioni assistenziali.

Per il sindacato si tratta di capire che, dietro le tante D.S. agricole, ci sono uomini e donne che da noi aspettano risposte e che chiedono qualcosa in più della semplice assistenza che ogni giorno noi offriamo e che comunque dobbiamo continuare ad offrire con molta professionalità e spirito di abnegazione.

Sono proprio loro che possono condurci nei loro posti di lavoro, seguendo il percorso all’indietro, come i gamberi; dandoci così l’opportunità di raggiungere il nostro primario obiettivo: farci scoprire dove sono le aziende, e le fabbriche per sindacalizzare i lavoratori.

Bene ha fatto Franco Chiriaco a presentare un progetto che prevede la trasformazione della Flai in un sindacato del territorio dove la sicurezza alimentare, la difesa del suolo, dello sviluppo rurale, sono punti strategici della nostra iniziativa.

Calandoci ancora di più nella nostra realtà e provando brevemente a fare un resoconto delle cose che sono state fatte dalla Flai, o unitariamente con Fai ed Uila, ci accorgiamo che sono state gettate le basi per poter sviluppare nei prossimi quattro anni politiche di sviluppo, dando così risposta occupazionale per il nostro territorio e per i lavoratori che noi rappresentiamo.

Tanti sono i traguardi raggiunti:

ü     la partecipazione alla stesura e poi la firma sul protocollo d’intesa del patto territoriale per l’agricoltura e pesca. E’ stato già firmato il decreto di finanziamento e presto le aziende, che hanno presentato i progetti, avranno a disposizione le somme per iniziare i lavori facendo le dovute assunzioni;

ü     la firma dopo diciotto anni del nuovo contratto integrativo locale della pesca di Mazara del Vallo;

ü     il rinnovo del contratto provinciale degli operai agricoli e florovivaisti;

ü     tavoli di confronto e di vertenzialità con l’Ispettorato forestale e la Riserva dello Zingaro sul mantenimento dell’occupazione e sull’applicazione del decreto 626/94 (sicurezza sul posto di lavoro);

ü     la costituzione dei comitati paritetici sulla 626/94, sia nel settore agricolo che in quello forestale;

ü     la creazione del Fimiac (Fondo Integrativo Malattia infortuni) per il settore agricolo e florovivaistico.

Tutto questo, come certamente intuite, apre uno scenario per il futuro che, insieme alle linea guida precedentemente tracciate, possono far lavorare per i prossimi quattro anni il gruppo dirigente che uscirà da questo congresso.

La nostra provincia ha solo un handicap; quello della posizione geografica:siamo lontani dai grandi mercati!

Noi auspichiamo che, insieme alla nostra Confederazione e con l’aiuto di CISL ed UIL, si possano programmare iniziative che abbiano come tema centrale lo sviluppo di questo territorio partendo dal potenziamento delle infrastrutture (porti, aeroporti ecc.).

Certamente non partiamo dall’anno zero, però quello fatto fino ad oggi non basta.

Allo stesso tempo scontiamo il fatto che molti imprenditori continuano nella cultura antica ed obsoleta a fare aziende con i soldi pubblici. Per fortuna questi diventano sempre meno, e sono sempre di più coloro i quali investono con buoni risultati.

I vini e gli olii prodotti nelle nostra provincia conquistano premi a tutti i livelli e sempre di più riscuotono successi nei mercati nazionali ed internazionali.

Noi siamo convinti che bisogna puntare sempre di più ad un’agricoltura di qualità in quanto, sulla quantità, saremmo dei perdenti perché non possiamo competere con le popolazioni del nord d’Africa dove la manodopera costa pochissimo.

Puntare alla qualità, per noi della Flai, deve significare anche tenere conto dei consumatori.

In questo quadro è necessario rivedere le politiche sull’uso dei fitofarmaci, degli antiparassitari e dei diserbanti arrivando alla loro diminuzione per poi eliminarli del tutto.

La nostra deve essere la politica “ Dai Campi Alla Tavola”.

Dobbiamo stare attenti a tutti gli ingranaggi della catena alimentare, compresa la produzione dei mangimi, la produzione primaria, la lavorazione degli alimenti, la conservazione nei magazzini, la logistica, il trasporto e la vendita.

Sono necessarie etichette più chiare e veritiere che stabiliscano oltre al contenuto dell’alimento anche la provenienza.

Allo stesso tempo siamo sostenitori di un modello di produzione basato sui “Prodotti Tipici”.

Tutto ciò, a nostro avviso, può consentire alla nostra agricoltura di fare quel salto di qualità che tutti auspichiamo.

Anche nel settore dell’ambiente e dei lavoratori forestali pur avendo fatto tanto dobbiamo fare di più.

La legge 16/96 con tutti i difetti che vi si possono riscontrare, una cosa ha sicuramente dato ai lavoratori: “la dignità di essere considerati tali e liberi”.

Non subire il ricatto, la pressione, la mortificazione di mendicare la “richiesta”, è a nostro avviso una grande conquista.

Se tutto ciò aveva un senso in un determinato momento storico e politico oggi, a mio avviso, i tempi sono maturi per chiedere di più.

Io credo non vadano dimenticati i contenuti della piattaforma dello sciopero generale del 2 marzo, che ha visto in piazza migliaia di lavoratori del settore agro-industria ed anche molti lavoratori forestali.

Pertanto voglio riportare, in questa mia relazione, il pezzo della piattaforma che riguardava il settore:

<<superare l’approccio assistenziale con il quale viene affrontato il tema della forestale dal Governo Regionale e dai partiti politici. Fai-Flai-Uila chiedono unicità e decentramento dell’organizzazione del lavoro, separazione chiara dei compiti della direzione foreste e dell’azienda foreste, certezza dei finanziamenti poliennali, programmazione dei lavori e loro immediato inizio, allargamento della superficie boscata, mobilitazione di tutte le risorse disponibili pubbliche e private per una politica della difesa e dell’uso del territorio e dell’ambiente che favorisca l’affermarsi di una economia verde in grado di dare una risposta alla forte richiesta di lavoro che si scarica oggi sulla forestazione siciliana, tutelando ed estendendo il bosco>>.

Come vi renderete conto, cari lavoratori, qui si possono sviluppare tutti quei progetti di cui abbiamo discusso nelle nostre assemblee di base e ciò che voi lavoratori del settore ci sollecitate:

La Stabilizzazione Occupazionale.

Però tutto ciò passa attraverso una forestale che rispetti il <<ciclo biologico del bosco>> ed un <<bosco produttivo>>.

L’articolo 14 della legge n° 16 fa al caso nostro per far diventare la forestale siciliana produttiva.

Io credo, che se facciamo ciò, non si parlerà più di lavoratori assistiti, ma di lavoratori che tutelano l’ambiente e fanno un’opera meritevole per la collettività anche per ciò che riguarda gli aspetti idrogeologici del territorio.

Noi della Flai crediamo che sia arrivato il tempo di sedersi attorno ad un tavolo per costruire una proposta, piena di contenuti.

Ciò è necessario per dare risposte certe ai tanti forestali iscritti alla nostra Organizzazione.

Per far comprendere meglio cosa noi intendiamo per forestale produttiva voglio portare un esempio.

La Riserva dello Zingaro spende per opere circa 2.800 milioni l’anno di finanziamenti pubblici.

Quest’anno, per la prima volta, è stato pagato un biglietto e nonostante la già nota frana che ha impedito per un lungo periodo dell’anno l’accesso dal lato San Vito, ha incassato 500 milioni.

Dove vuole arrivare questo mio esempio? Al fatto che all’interno dei nostri boschi esistono molte belle aree attrezzate ed altre potrebbero essere create.

Esse sono meta ogni anno di migliaia di persone, esistono rifugi chiusi, potrebbero venire aperti ed avere così un turismo ambientale creando anche dei posti di ristoro o dei posti letto.

Vi sembra utopia tutto ciò?

Provate a farvi un giro in altre regioni dell’Italia e vedrete che quello che oggi sembra un sogno in altri posti è già realtà.

Questi sono i contenuti che possono portare ad una stabilizzazione della manodopera forestale, e mai invece, si possono realizzare le cose che abbiamo letto sui giornali dichiarati dal nostro Assessore all’Agricoltura e Foreste, il quale tutto potrebbe fare tranne che il politico. A maggior ragione s’é disinformato.

E’ riuscito però nel suo intento, quello di mettere in fibrillazione una categoria.

Ai lavoratori non erano bastate le tante promesse ricevute in campagna elettorale.

Compagni, lavoratori forestali, noi siamo convinti che ci possono essere risposte certe solo se insieme sosterremo questo tipo di progetto appoggiando il Sindacato Unitario di Flai Fai ed Uila.

Certamente, non posso dimenticare di parlare dell’ESA in questa carrellata.

Noi siamo sempre convinti che è necessaria una riforma dell’Ente per adeguarlo sempre di più alle nuove esigenze dell’agricoltura e dell’ambiente, ma quest’anno, lasciatemelo dire con orgoglio, abbiamo ottenuto un grande risultato.

Risultato che è stata una conquista voluta fortemente dalla Flai-Cgil e del compagno Franco Gioia in particolare.

Siamo riusciti a rompere quel muro delle 101 e delle 151 giornate.

Quest’anno i lavoratori potranno fare giornate in più rispetto a quelle previste dalla legge che regola il settore.

Tutto ciò è frutto, non solo della volontà del sindacato, ma principalmente dei lavoratori che, nonostante le critiche o qualche delusione, sono stati sempre con noi iscritti al sindacato e pronti a combattere.

Credo che, non ci possa essere miglior riconoscimento, per il compagno Totò Giliberti, il quale tanto ha dato a questo settore ed alla nostra Organizzazione. Con questo risultato la Flai oggi si onora di salutarlo, certa che tanto avrà ancora da dare al Sindacato Pensionati.

Questo deve essere di monito a tanti lavoratori forestali che spesso abbagliati dalle facili promesse di qualche sindacato autonomo si fanno prendere la mano.

Lavoratori forestali, molti sindacati autonomi abbiamo visto transitare nel nostro settore, ma come vi renderete conto: essi sono solo delle meteore.

Arrivano promettono e poi scompaiono. Noi del sindacato Unitario di Flai, Fai ed Uila c’eravamo ieri ci siamo oggi ci saremo domani al di là da chi dirige le nostre categorie.

Pertanto, bisogna credere poco alla facile promessa, ma è necessario stare insieme prendendo coscienza del proprio ruolo e della propria forza.

Io sono convinto che se questo messaggio arriverà forte, ed il “tam tam forestale” ha sempre funzionato molto veloce, possiamo fare ancora molto e di più.

Per continuare a parlare di precariato pubblico una riflessione va fatta anche sull’organizzazione del Consorzio di Bonifica.

Bisogna che, al più presto ai Consorzi, venga riconosciuta la legittimità degli interventi nelle opere di difesa idraulica artificiale di competenza di più Enti.

Recepire o applicare le norme legislative nazionali e regionali (183/87, 36/95, 45/95) per consentire il superamento della gestione commissariale, una migliore efficienza dei servizi, una corretta riorganizzazione del lavoro, una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori attraverso l’applicazione delle norme contrattuali e dei POV e dei piani di riqualificazione.

Altri settori abbiamo aggredito in questo ultimo anno quale quello della pesca ed in particolare di Mazara del Vallo.

Abbiamo riportato, io credo, un grande risultato: nel rinnovare il Contratto Integrativo Locale di Mazara del Vallo, ma lì scontiamo anni di ritardi, di superficialità nostre e dei politici locali che hanno sempre sostenuto che la Regione Siciliana varasse leggi imperniate sull’assistenza.

Si è puntato più  all’assistenza che ad un vero sviluppo del settore.

A nostro avviso è necessario, prima di tutto,  fare capire ai pescatori che c’è differenza tra la politica delle Associazioni degli Armatori e quella delle Organizzazioni Sindacali.

Su questo punto siamo all’anno zero

Noi, insieme a Fai ed Uila, ci stiamo provando.

Prima cosa abbiamo assunto la responsabilità a livello provinciale evitando gli errori del passato in cui tutto si fermava a livello locale.

Solo per questo motivo possiamo vantarci di aver firmato il Contratto Integrativo della pesca di Mazara del Vallo.

Però, sono anche convinto che, aver firmato il contratto, non basta a farci affermare che oggi rappresentiamo i pescatori di Mazara del Vallo.

Sono altre le cose che ci possono accreditare e farci riappropriare del nostro ruolo.

Ritengo necessaria una maggiore presenza di qualche compagno che si occupi specificatamente del settore, che segua le politiche, che riconquisti il rapporto con i pescatori, che la mattina faccia un giro nelle banchine del porto, insomma diventi un loro amico e  che conosca fino in fondo la categoria.

Noi siamo disposti ad investire, ma certamente da soli non siamo in grado di sostenere i costi.

Caro Italo, è necessario per realizzare ciò, un sostegno, un aiuto economico, un progetto.

Sono convinto che, se ciò avverrà, possiamo crescere la nostra rappresentanza e possiamo contribuire allo sviluppo di questo settore.

Per quanto riguarda il rilancio del settore pesca bisogna fare dell’altro, invece di continuare a chiedere la solita assistenza.

A nostro avviso è necessario, prima di tutto, la nascita di un mercato ittico all’ingrosso.

E’ vergognoso che una marineria che conta circa 300 pescherecci con stazza media, che va oltre 120 tonnellate e con circa 700 addetti, non abbia un “mercato”.

Inoltre, la creazione della struttura, serve a rendere più trasparenti i profitti che oggi sono solo controllati dall’armatore (nonostante il contratto sia alla parte) ed i pescatori difficilmente possono valutare a quanto ammonta il valore economico del loro pescato.

Noi siamo convinti che per avere più presa sui pescatori dopo il contratto è necessario una modifica alla legge che regola il pagamento dei contributi previdenziali.

Come già hanno fatto i colleghi di Fai ed Uila nei loro congressi, anche noi vogliamo lanciare un appello alla nostra Segreteria Nazionale.

La legge permette, agli armatori, di pagare i contributi sempre sul minimo nazionale garantito, a prescindere dall’effettiva retribuzione del pescatore.

E’ necessario che la Segreteria Nazionale si impegni a sollecitare una modifica alla legge attuale, come già è avvenuto nel settore dell’agricoltura: se la retribuzione del marittimo supera il minimo nazionale garantito, i contributi previdenziali debbono essere pagati sull’effettivo reddito del lavoratore.

Questo ci aiuterebbe molto nel nostro lavoro ed allo stesso tempo permetterebbe ai pescatori, che noi rappresentiamo, di garantirsi una vecchiaia più sicura e tranquilla.

Maggiore trasparenza, minore evasione contributiva è ciò che abbiamo cercato di applicare per combattere il grande fenomeno del lavoro nero e sottopagato.

Grande lavoro abbiamo fatto in questa direzione insieme alla Fai ed alla Uila e, devo dire per onestà intellettuale, in qualche caso anche con l’equilibrata collaborazione dei sindacati dei datori di lavoro.

I dati fornitici dall’INPS regionale e dall’Ispettorato del lavoro fanno attestare la provincia di Trapani fra quelle che in questo campo hanno fatto di più.

Ma se ciò da un lato ci riempie di orgoglio e soddisfazione, dall’altro lato deve servire da sprone per fare ancora meglio e di più.

Abbiamo creato tavoli di confronto a tutti i livelli, sollecitando le istituzioni a fare di più e meglio il proprio dovere.

Oggi chiediamo loro di puntare sulla qualità rispetto alla quantità di lavoro svolto.

E’ necessario mettere a confronto i dati dell’INPS, dell’ufficio I.V.A., della Camera del Commercio e dell’Ispettorato Agrario.

Abbiamo chiesto di partire dal controllo delle grandi aziende, con ispezioni mirate.

A nostro avviso non serve elevare le sanzioni a chi dimentica di consegnare un semplice foglio di carta, ma bisogna colpire coloro i quali fanno vera evasione contributiva.

In questa Provincia le aziende che evadono i contributi e che non rispettano le leggi dello Stato sono tante.

Abbiamo anche dovuto rintuzzare gli attacchi del Presidente della Provincia che dichiarava che era giusto che durante le grandi campagne di raccolta (vendemmia e olive) non si versassero le relative giornate lavorative.

Il lavoro svolto, in quel determinato periodo, secondo il Presidente Giulia Adamo, non è lavoro.

E’ doveroso chiedersi in quale altra occasione il lavoratore potrà godere di tale “BENEFICIO”?

Abbiamo siglato il contratto provinciale dei lavoratori agricoli e Florovivaisti dove abbiamo previsto anche le assunzioni in convenzione.

Questo, a nostro avviso, è un grande strumento di miglioramento per le aziende, per i lavoratori e per il sindacato.

Poiché permette a più aziende, stando insieme, di evitare i licenziamenti e le assunzioni e così rischiare meno di sbagliare, per il lavoratore conoscere fin dai primi dell’anno il numero delle giornate lavorate e per il sindacato penetrare all’interno dell’azienda.

Noi crediamo ormai che, è arrivato il tempo che la Flai con tutta la CGIL a tutti i livelli, si attesti la battaglia della riforma degli ammortizzatori sociali e della disoccupazione agricola in particolare.

Ciò è necessario per due diversi motivi:

ü     dare un’altra spallata alla lotta al lavoro nero e quindi togliere quel tacito accordo tra azienda e lavoratore (ti colloco mi bastano 51-101-151 gg.ll.);

ü     adeguare il turno delle 51 gg.ll. alle nuove disposizioni Nazionali in itinere (le famose 78 gg.ll.) dando così una risposta ai lavoratori forestali “dell’articolo 49” in base all’impegno che abbiamo fatto sottoscrivere all’Azienda Regionale delle foreste.

Non possiamo certo dimenticare nella nostra attività, che vi è una nuova realtà di lavoratori che oggi in molti casi vivono ai margini della società.

Non a caso, a questo nostro Congresso abbiamo delegato anche lavoratori extracomunitari, nel rispetto del pluralismo nel quale noi crediamo .Anch’essi sono lavoratori.

Abbiamo l’obbligo di rispondere anche a loro se vogliamo essere una categoria che tenga conto delle cose espresse precedentemente.

Esistono ancora lavoratori che sono costretti a dormire in stalle o ammucchiati in una sola stanza con pochi servizi igienici, con delle retribuzioni al di sotto dei contratti, con la sola eccezione di Mazara del Vallo, laddove esiste una comunità bene integrata con la città.

E’ dovere primario della nostra Organizzazione fare in modo che tutto ciò non debba accadere, prima di ogni cosa nel rispetto della persona.

Abbiamo parlato di sviluppo, di lotta al lavoro nero, di un sindacato aperto a tutti, lotta per l’affermazione dei diritti e per la difesa delle classi più deboli di questa società; ma non possiamo certo dimenticare che ogni giorno molti lavoratori subiscono un infortunio o, cosa ancora più grave, perdono la loro vita.

LA CULTURA DELLA SICUREZZA NEI POSTI DI LAVORO NON E’ STATA RECEPITA

La Flai in questo periodo, insieme a Fai ed Uila, si è impegnata in questa direzione, partendo dalla costituzione dei comitati paritetici ed eleggendo i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza in molte aziende.

Dobbiamo programmare una campagna di sensibilizzazione prima e di denuncia dopo, perché non vogliamo limitarci a prendere posizioni con documenti di condanna dopo che i tristi fatti sono già avvenuti.

Ogni lavoratore ha il diritto di partire da casa e di ritornarci sano perché l’indomani lo aspetta un’altra dura e faticosa giornata di lavoro e noi abbiamo, se vogliamo essere un grande sindacato, il dovere di tutelarlo.

Compagni, possiamo sviluppare un grande lavoro di aggregazione e proselitismo non dimenticando mai chi siamo e qual è la nostra storia.

Noi della Flai, abbiamo tutte le potenzialità, le caratteristiche, le capacità, e soprattutto la volontà di realizzare gli obiettivi fin qui tracciati.

In quanto le compagne ed i compagni che giorno per giorno si impegnano, lavorano in questa categoria, senza voler peccare di presunzione, non sono secondi a nessuno.

E’ necessario, però ritrovare nella CGIL trapanese un clima di grande distensione e maggiore pluralismo, ma soprattutto non dobbiamo mollare.

Il non mollare deve essere una nostra caratteristica, la nostra arma vincente.

Vi ringrazio compagni, lavoratori ed iscritti alla Flai per l’esperienza fantastica che mi avete fatto vivere in questi anni di direzione e spero che, il nuovo gruppo dirigente, possa continuare nella strada appena tracciata e costruire insieme a tutti voi una categoria ancora più grande dando più forza ai lavoratori ed ai più indifesi.

Se realizzeremo tutto ciò, diventa più facile scavare in noi stessi e trovare la verità, la forza, le ragioni per conquistare insieme e nell’unità sindacale, gli obiettivi per l’emancipazione dei nostri lavoratori.

 Grazie e buon lavoro