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Convegno Regionale

La relazione di Patrizia Consiglio

 

Palermo, 31 gennaio 2007

 

 

La Flai nazionale dà molta importanza agli strumenti di programmazione economica, di sviluppo locale, di governo del territorio.

In questo quadro, il ciclo di programmazione legato all’utilizzo dei fondi comunitari 2007-2013 assumono un significato particolarmente rilevante dato anche dal fatto che, con l’allargamento dell’Unione europea, le risorse disponibili probabilmente non si ripresenteranno più in entità comparabili e i problemi presentati dai nuovi paesi saranno tali da non consentire all’Italia e al suo mezzogiorno di usufruire di aiuti in questa forma.

 

Dicevo dell’attenzione che la Flai pone alla programmazione regionale: abbiamo costituito a livello nazionale un coordinamento che ha il compito di monitorare le scelte e le caratteristiche delle azioni intraprese nelle diverse regioni.

 

Ciò per discutere al nostro interno la coerenza delle diverse scelte rispetto agli obiettivi di sviluppo, affinare la nostra capacità di intervento a livello delle fasi di negoziazione e concertazione dei programmi, contribuire affinché i programmi contengano strumenti e azioni utili ad affermare un modello di sviluppo sostenibile e solidale per i nostri territori, fare in modo che il lavoro diventi elemento cardine dello sviluppo stesso: il lavoro di qualità, il lavoro legale quale caratteristica peculiare dei territori, valore aggiunto dei prodotti e della qualità degli stessi, garanzia dei consumatori e delle filiere produttive.

 

Massimiliano D’Alessio, responsabile della ricerca della Fondazione Metes, esporrà un quadro delle caratteristiche principali di alcuni programmi di sviluppo rurale elaborati in Italia, soffermandosi in particolare sulle soluzioni individuate in Calabria, Piemonte, Emilia Romagna per gli aspetti maggiormente significativi rispetto all’incontro odierno.

 

Per quello che riguarda il mio intervento, vorrei soffermarmi su alcuni punti generali che, dal nostro punto di vista, qualificano i Programmi stessi, ne esaltano l’efficacia, li rendono particolarmente interessanti per quanto attiene i nostri obiettivi in merito allo sviluppo sostenibile e solidale e alla centralità del lavoro.

 

Il primo elemento su cui è necessario porre la nostra attenzione riguarda i concetti chiave di integrazione e partenariato.

 

L’integrazione attiene alla “architettura organizzativa” che il Programma si dà in merito alla attribuzione dei poteri in coerenza con le risorse, la loro entità, le scelte di investimento.

Il partenariato è lo strumento attraverso cui si realizza il Programma.

 

L’attenzione data all’integrazione e al partenariato è il primo indicatore della qualità della proposta programmatica, il primo elemento di valutazione della fattibilità e della realizzabilità del programma.

 

La Unione europea chiede esplicitamente il coinvolgimento delle parti istituzionali e sociali nelle scelte e nelle azioni di sviluppo. Ciò non per mera adesione ad un modello di concertazione socioeconomica di impronta socialdemocratica, ma perché la condivisione di obiettivi comuni, come quello dello sviluppo, la ricchezza della sintesi tra interessi diversi e competenze diverse e per questa via, la responsabilizzazione dei diversi attori in scelte e azioni che rendano compatibili obiettivi e risorse è ormai unanimemente riconosciuta come la via maestra, almeno per le società democratiche evolute, verso uno sviluppo territoriale sistemico e intersettoriale.

 

Tanto che anche il Regolamento 1083/2006, che norma in generale il funzionamento di tutti i fondi strutturali, propone in varia forma integrazione e partenariato come prassi allo sviluppo.

 

Altro elemento di “qualità” del programma è costituito dal rilievo assunto dall’approccio territoriale, vale a dire dalla attenzione dedicata alle caratteristiche dei diversi territori, alla valorizzazione delle risorse peculiari dei territori stessi, alle strategie adottate su misura per i diversi territori, che quasi sempre, nelle scelte attuate dalle Regioni portano, ad esempio, ad individuare organismi intermedi (province, comuni, comunità montane) che fungono da Autorità di gestione locale.

 

Ciò consente una migliore individuazione delle filiere da privilegiare nelle strategie e negli strumenti di attuazione di attuazione del programma, nonché una migliore calibratura dell’assegnazione delle risorse rispetto agli assi di intervento.

 

Lo Balbo, nella sua relazione evidenziava la scarsa coerenza del documento della Regione siciliana rispetto agli elementi evidenziati: lacuna che secondo noi deve essere al più presto colmata, ma mi preme fare riferimento ancora ad un'altra opportunità/necessità di questo nuovo ciclo di programmazione: il coordinamento tra i diversi Fondi (Fers, Fse, Fondo di coesione), vale a dire, l’utilità di mettere in campo sinergicamente tutte le risorse comunitarie, rispondendo ad un disegno strategico unitario governato dalla Regione.

 

L’Assessore ha certamente ottimi argomenti per rispondere alle nostre perplessità e alle nostre sollecitazioni.

 

Infine, una questione che attiene al nostro ruolo e alle nostre modalità di presenza all’interno delle fasi di concertazione e negoziazione.

 

Proprio per i motivi esposti per ultimi è necessario sviluppare al massimo le capacità di interlocuzione sui diversi argomenti tra Confederazione Cgil e sindacati di categoria (Tripi lo sa bene e non ho dubbi che, nel momento in cui si dovrà intervenire avrà cura di farlo nel migliore dei modi).

 

La nostra presenza nel Comitato di sorveglianza assume un ruolo importantissimo, infatti, sia rispetto alla qualità delle proposte, sia rispetto al recupero del tempo perduto in precedenza, sia rispetto alla qualità del funzionamento del Comitato stesso.

 

Per parte nostra, come Flai, ho già annunciato il lavoro di supporto e approfondimento che è svolto a livello nazionale dal coordinamento Flai sulle politiche agricole e i programmi di sviluppo rurale e l’apporto che la Fondazione Metes può dare soprattutto sul versante dell’analisi.

 

Non mi resta che augurare ai compagni della Flai e della Cgil Sicilia un buon lavoro.