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COMUNICATO STAMPA

 

 

FORESTALI:SICILIA,RAFFICA DI PROTESTE AD APRILE  E, A MAGGIO,  SCIOPERO GENERALE. SINDACATI,  “DAL GOVERNO VOGLIAMO ATTI FORMALI  SUBITO”

 

Palermo, 13 aprile- Monta in Sicilia la protesta dei forestali con un crescendo di iniziative in tutto il mese che culmineranno il 4 maggio nello sciopero generale della categoria. Sciopero, che potrebbe peraltro non chiudere la mobilitazione “se – hanno avvertito Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil regionali in una conferenza stampa- per quella data non ci saranno atti formali concreti del governo in favore dei forestali. Protocolli e impegni sottoscritti- hanno sottolineato- non hanno infatti finora sortito alcun effetto”  A seguire ci sarebbe infatti un presidio  a tempo indeterminato dei lavoratori davanti la sede della presidenza della Regione. I sindacati chiedono l’immediato recepimento del contratto di lavoro del 2002; una riforma del settore che punti all’incremento della superficie boschiva (oggi l’8% del territorio contro la media nazionale del 20%),  al suo uso produttivo e alla stabilizzazione dell’occupazione; una variazione di bilancio per stanziare i fondi che servono a completare l’anno forestale. E per questi obiettivi hanno messo in campo in una sola volta tutti gli strumenti di lotta a loro disposizione. Oggi, ad esempio, si sono svolte autoconvocazioni di delegazioni sindacali nei comuni, per essere ricevuti dai sindaci. Il 20 aprile sono previste manifestazioni davanti gi uffici periferici dell’azienda e dell’ispettorato foreste. Dal 26 al 30, inoltre, incontri con i prefetti. Flai, Fai e Uila, hanno chiesto anche incontri con le forze del centro sinistra alle quali intendono sollecitare di farsi promotrici di un disegno di legge per il settore. “ Con oltre 30 mila addetti- ha detto il segretario generale della Flai Cgil, Italo Tripi- è una delle categorie più consistenti. Il governo regionale non può dire che non ci sono soldi per il contratto - ha aggiunto-, disattendere un diritto indiscutibile , e poi elargire 400 milioni di euro alle associazioni professionali e datoriali. Qui si tratta – ha sottolineato di fare delle scelte”. I costi del contratto ammontano a 47 milioni di euro per tutto il quadriennio. L’esponente della Cgil ha rilevato che “la scelta base che il sindacato rivendica per la categoria e’  comunque quella di fare diventare il settore da assistenzialistico a produttivo, in linea anche con il protocollo di kyoto e con la diversa idea di protezione civile che si e’ fatta strada in questi anni”. “Siamo di fronte  –ha osservato Gaetano Pensabene, della Uila Uil- al disconoscimento dei diritti dei lavoratori, con un governo regionale che ci propone il blocco economico per 8 anni: il contratto che si chiude in pratica e il successivo. E’ una  cosa inaccettabile- ha aggiunto- che peserebbe enormemente anche sulle pensioni future dei lavoratori”. Pensabene ha criticato il governo regionale anche per il mancato inserimento di un rappresentante del mondo del lavoro nel comitato paritetico per le donne, da poco istituito. “Anche questo- ha rilevato- la dice lunga sulla considerazione che si ha delle relazioni sindacali”. Fabrizio Scata’, della Fai Cisl, ha detto che “l’attuale assessore si muove in linea con il precedente: il tempo passa, gli impegni sottoscritti non vengono onorati, e i problemi restano”. “Il contratto deve essere recepito subito- ha sottolineato- gli arretrati devono essere dati tutti e occorre aprire al più presto il tavolo verde”. Tutti obiettivi che i sindacati intendono conseguire rapidamente, altrimenti non si smobilita.