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Avola

 

 manifestazione unitaria per ricordare il vile assassinio dei braccianti compiuto nel 1968 

 

L’intervento di Giuseppe Iudica

Compagne e compagni...

Vi porto il saluto dei lavoratori della mia provincia,Ragusa,vicini a voi non solo geograficamente,ma ,in questo momento,anche moralmente.

Ci sentiamo accomunati a voi,e mi riferisco particolarmente a Modica,la mia città,da un dolore che il passare degli anni ha forse smussato negli spigoli,ma non certo cancellato.

Quella di oggi è una data che i familiari,i parenti,gli amici di Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia portano impressa nel cuore con il fuoco: Il fuoco delle armi che uno scellerato ordine fece usare contro persone che altra colpa non avevano se non quella di rivendicare i propri diritti.

Decine di persone rimasero ferite,tra cui alcuni gravemente solo per aver manifestato perché si desse loro un minimo di dignità,perché si uscisse dallo sfruttamento,dal caporalato,dal collocamento selvaggio e senza regole.

Sono passati trentasette anni,e da allora sono cambiate tante cose...siamo entrati nel terzo millennio,facciamo parte della comunità Europea,abbiamo la moneta unica...

L’unica cosa che ci accompagna costantemente sono i problemi del mondo del lavoro che diventano sempre più gravi per chi deve vivere di lavoro,cioè del frutto del suo sudore.

.Problemi meno gravi di quelli di allora?Mah,non lo so...Sicuramente il sacrificio di Angelo e Giuseppe,così come quello di tante altre persone che nel corso degli anni hanno dato la propria vita per i diritti dei lavoratori e per la legalità,ha contribuito tanto nel dare una svolta positiva agli eventi che ci hanno portato alle attuali condizioni di vita e di esistenza.

Non dobbiamo dire grazie a nessuno per i diritti che abbiamo conquistato con le lotte, se non al nostro sindacato,alle forze politiche e sociali che hanno condiviso con noi questi obbiettivi,a tutto il movimento democratico bracciantile ed operaio.

Resta il fatto che oggi,pur non essendo nelle drammatiche condizioni di allora,siamo ancora lontani dalla piena legalità e dal pieno riconoscimento della dignità del lavoro.Anzi, cercano in tutti i modi di negarci i diritti e di ricacciarci indietro di trenta o quaranta anni.

 Ogni cittadino ha diritto al lavoro,perché il lavoro significa guadagno onesto e quindi sostentamento per sé e per le proprie famiglie,per i propri figli e per il loro futuro.

Ognuno di noi ha diritto ad un lavoro dignitoso dove ci sia uno scambio alla pari diritti-doveri con la parte datoriale,che ha il diritto di pretendere il massimo impegno nello svolgimento del lavoro,ma ha altresì il dovere di garantire rapporti di lavoro regolari,salari adeguati,riconoscimento delle mansioni,sicurezza nei posti di lavoro,e salubrità negli stessi.

Così come le istituzioni hanno il dovere di vigilare affinché ciò avvenga nella massima legalità,ricordandosi che non sono solo le grandi industrie il cuore produttivo e il centro dell’economia del Paese,ma soprattutto le piccole e medie aziende,che oggi rischiano,grazie alle politiche economiche  di questo governo di scomparire.

Oggi  grandi aziende sono al centro dell’attenzione del governo,che dispensa risorse e condoni nel nome dello sviluppo e dell’occupazione.Condoni che sono uno schiaffo nei confronti di quanti (come noi operai o pensionati) hanno sempre operato nella legalità,con regolari contratti di lavoro e con regolari versamenti contributivi e fiscali.

Risorse che in tanti casi vengono utilizzate dalle grandi industrie per delocalizzare e aprire centri di produzione in paesi dove i costi del lavoro sono di molto inferiori a quelli nostri,e magari utilizzando manodopera minorile.

E questo il governo me lo chiama sviluppo della ricchezza e dell’occupazione?Ma di chi?Perchè invece non si inizia una seria riforma del sistema previdenziale ed assistenziale,tale da spezzare il circolo vizioso che si crea,ad esempio,con le indennità di disoccupazione,incentivando in tal modo la stabilizzazione dei lavoratori mediante contratti a tempo indeterminato?

E perché non si rivedono le attuali leggi sull’immigrazione che sono sicuramente oltre che inumane, inadeguate ad un fenomeno che cresce in modo incontrollabile e che espone il nostro Paese,ma soprattutto la Sicilia,a tutta una serie di problematiche quali lo sfruttamento di questi extracomunitari in aziende di pochi scrupoli dove lavorano accontentandosi di poco,spesso anche solo di un tetto dove dormire?

Praticamente tre danni in unico colpo:lo sfruttamento di questa povera gente,evasione contributiva totale e minore richiesta di manodopera locale!

Bè,sicuramente per il nostro governo ci sono cose più urgenti da attenzionare,come la manovra finanziaria che permetterà allo stato di ridurre il deficit di bilancio...non c’è bisogno di dire a discapito di chi,perché la risposta già la sappiamo...E’ da qualche anno che è sempre la stessa.I tagli ai servizi sociali,le privatizzazioni selvagge,il mercato senza regole e quant’altro,sempre nella medesima direzione:le fasce deboli!!!

Per cui compagni,il mio pensiero è che il miglior modo di rendere onore alla memoria di quanti hanno perduto la vita nelle lotte per le rivendicazioni,qui ad Avola così come in tante altre piazze, è quello di non abbassare mai la guardia...non farsi ingannare da un falso benessere,dalle illusioni di una società apparentemente benestante,ma nella quale uno stipendio non arriva a bastare neanche per poco più di metà mese.

Da cento anni a questa parte abbiamo un grande strumento che ci aiuta,e di cui facciamo parte attiva:il nostro Sindacato:la CGIL.Nostro,perché la CGIL siamo noi,i lavoratori...e siamo noi che abbiamo,e dovremo sempre più,avere voce in capitolo,con un sempre maggiore coinvolgimento nella vita attiva del Sindacato,tale da costituire per noi lavoratori il riferimento certo della nostra identità di categoria,e per poter sperare in un Paese più giusto,più solidale e più unito.

A mio avviso,compagni,la CGIL non è altro che un grande trattore:c’è bisogno di un bravo guidatore,che sappia dare la giusta direzione...Noi siamo il motore,la forza capace di superare le salite e gli ostacoli e di dissodare il terreno per prepararlo alle nuove semine.

Questo ce lo hanno insegnato i grandi dirigenti della nostra organizzazione,a cominciare da Giuseppe Di Vittorio per arrivare ad Epifani,passando per Novella,Lama,Pizzinato,Trentin e Sergio Cofferati.

Ma soprattutto ce lo insegnano quotidianamente tanti e tanti semplici lavoratori,braccianti,operai,pensionati,cittadini che per la causa del lavoro e per il riscatto dei più deboli si sono spesi,magari patendo i licenziamenti ,il carcere,il sacrificio estremo della vita.

Sempre a questi noi dobbiamo pensare e dire grazie!