FAI-CISL FLAI-CGIL UILA-UIL
SEGRETERIE REGIONALI SICILIA
28 dicembre 2007 – Centurie (EN), convegno sull’agrumicoltura.
DOCUMENTO REGIONALE SULL’AGRUMICOLTURA
L’attuale fase della filiera
agrumicola è caratterizzata da segnali contradditori che danno alla filiera un
senso di forte precarietà ma anche di chiara indicazione di prospettive.
La filiera:
1)
VIVAISMO, vede una presenza dinamica, ma artigianale, e
scarsamente collegata alla ricerca scientifica e alla innovazione di prodotto;
le province di Messina, Catania e Trapani sono impegnate in questo segmento
produttivo che ha visto modificare il suo naturale sbocco di sola produzione di
piantine per la produzione anche in produzione di piantine ornamentali. Il
settore ha tratto notevole giovamento da questa diversificazione produttiva ed
ha inoltre allargato la gamma di prodotti da inserire nel mercato.
2)
PRODUZIONE A PIENO CAMPO, qui si manifestano le maggiori
contraddizioni sia di natura territoriale sia di natura colturale e varietale.
In particolare: LIMONI, scarsamente apprezzati nella provincia di Palermo
dove vengono prevalentemente finalizzati alla trasformazione industriale a causa
dei mancati investimenti sulle varietà e sulla carenza di coltivazione. Nelle
province di Siracusa, Messina e Ragusa invece assistiamo alla presenza di
cultivar apprezzati dai mercati e a processi di coltivazione utili a produrre
per lo stato fresco.Poco sviluppata è la coltivazione biologica o con tecniche
miste. Anche in altri territori della regione sono coltivati senza però che
essi incidano sul contesto regionale; ARANCE, presenti prevalentemente
nelle province di Catania e Siracusa. Possiamo dire che ci sono le arance per i
mercati e quelli per l’ex AIMA, quelle per lo stato fresco e quelli per la
trasformazione industriale. La differenza viene determinata dalle fasi
colturali, dagli investimenti, dalla capacità imprenditoriale e dalla capacità
di innovazione di prodotto e di processo.Altri fatti stagionali sono
complementari a tutto ciò e solo con una sinergia tra il “prodotto fresco e
il prodotto trasformato” si può trovare il giusto equilibrio tra due diverse
pratiche gestionali e di mercato.Alle due province citate vanno aggiunte la
provincia di Agrigento e quella di Ragusa con caratteristiche abbastanza simili.
Novità importante è rappresentata dalla produzione biologica e integrata,
unico elemento di innovazione che trova abbondanti apprezzamenti dal mercato. MANDERINI,
presenti quasi eslusivamente nella provincia di Palermo. Da qualche anno non
soffre più di crisi si mercato e anzi, grazie alle trasformazioni varietali e
al positivo rapporto con la trasformazione industriale, è sempre più un
prodotto che riceve il consenso del mercato.
3) COMMERCIALIZZAZIONE, siamo ancora in una fase di ristrutturazione del settore. Oggi si punta ad avere strutture commerciali polivalenti, in grado di utilizzare pienamente gli impianti e le professionalità integrando la commercializzazione stagionale degli agrumi con altri prodotti ortofrutticoli. Catania e Siracusa si confermano le province dove maggiore è la presenza di queste aziende, seguite da Palermo, Ragusa e Messina, scarsa la presenza in altre province.La forte competizione quantitativa e puramente economica, l’anonimato del prodotto, l’assenza di certificazioni produttive, la poco diffusa terziarizzazione, le scarse sinergie a monte e a valle determinano uno stato di isolamento del segmento che incide fortemente sullo stato di salute del settore. Malgrado gli ingenti incentivi pubblici la competitività è molto scarsa e si continuano a perdere fette di mercato subito occupati da altri imprenditori europei. In queste ultimo periodo assistiamo ad un riemergere dell’impresa commerciale e registriamo la fase calante dell’associazionismo. Per questi motivi riteniamo utile una migliore definizione dello status delle aziende e una più marcata presenza delle loro Associazioni di Categoria sia singole che associate.
4)
TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE, la novità è rappresentata dalla
presenza nella nostra regione della PARMALAT, che attraverso la EMMEGI di
Termini Imprese, valorizza con il consenso del mercato le arance rosse della
piana di Catania. In questo modo le arance escono dall’anonimato e
acquisiscono un notevole valore aggiunto che ha determinato, dopo anni di
contraddizioni, un netto intervento
finanziario della Parmalat per incrementare l’utilizzo degli impianti e per
diversificare i prodotti. Altre aziende presenti nel settore occupano altri
segmenti di mercato, come le spremute fresche, i derivati agrumicoli, le
essenze.
Lo Stato Italiano, dopo un
lunghissimo iter, e con il consenso della Comunità Europea, nel 1999 vara il
PIANO AGRUMI individuando le direttive entro le quali intervenire per un deciso
e definitivo decollo della filiera. Vengono individuate le direttive e si
determinano le risorse. A distanza di tre anni non una linea viene spesa, mentre
le somme destinate agli interventi per calmierare i mercati (ritiri di
prodotto) continuano a trovare veloce realizzazione.
Le Segreterie Regionali di FAI-CISL,
FLAI-CGIL e UILA-UIL ritengono, pertanto, indispensabile insediare un tavolo
tripartito (Assessorato Agricoltura, Sindacati dei Lavoratori e dei Datori di
Lavoro) che abbia il compito di fare un monitoraggio attento e puntuale dello
stato di applicazione del PIANO e ne determini
gli indirizzi e gli atti indispensabili alla applicazione.
Inoltre, viste le particolari avversità atmosferiche di quest’anno si ritiene utile utilizzare risorse non spese giacenti nel bilancio dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura di dover avviare una fase si potatura straordinaria in tutto il territorio regionale. Questa fase di potatura straordinaria dovrebbe essere finanziata attraverso il finanziamento dei lavori a quelle aziende che riassumono i lavoratori occupati l’anno precedente nella stessa fase colturale o attraverso la stipula di accordi sindacali applicativi del CCNL della L.N. 608\96. Il collaudo dei lavori deve avvenire da parte degli Ispettorati Provinciali per l’Agricoltura dove vanno depositati gli accordi sindacali di cui sopra, e anche i documenti INPS rappresentano atto liberatorio per la erogazione dei finanziamenti.
Palermo, 12-02-2002